Bruxelles – Adesso è ufficiale: la Commissione europea non può essere ritenuta responsabile di aver impedito il salvataggio di Banca delle Marche. Lo stabilisce la Corte di giustizia dell’Ue, nella sentenza che conferma le decisioni assunte in sede europea. e che mette la parola ‘fine’ ad un contenzioso che si trascina dal 2013, da quando cioè l’istituto di credito italiano è stato posto sotto amministrazione straordinaria per lo stato di crisi di liquidità. Si è tentato il salvataggio della banca, non autorizzato perché lo stato di dissesto era tale non poter permettere un intervento, per tempi e per entità dell’intervento stesso. I giudici di Lussemburgo confermano la validità di quanto deciso, e quindi nessun risarcimento.
La Fondazione della Cassa di Risparmio di Pesaro ed altre quattro banche marchigiane hanno impugnato la sentenza del Tribunale dell’Unione del 30 giugno 2021, che aveva rigettato la loro richiesta di risarcimento dei danni secondo loro prodotti dalla Commissione europea nell’impedire il salvataggio della Banca delle Marche da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt). Le banche italiane hanno sostenuto ’erroneità della posizione della Commissione. Il Fidt è un fondo di diritto privato al quale partecipano soltanto soggetti privati.
Adesso la Corte conferma “la correttezza del percorso argomentativo del Tribunale”. Conferma che non c’era alternativa alla chiusura della banca e che ” non c’è prova sufficiente” a dimostrare che la decisione delle Autorità italiane sia stata condizionata in modo determinante dalla Commissione.