L’ultima fatica di Carlo Rovelli, I Buchi Bianchi (ed.Adelphi 2023), è un breve ma densissimo saggio su una delle più affascinanti teorie della fisica teorica.
Fisico di fama internazionale, ma anche brillante divulgatore scientifico, Rovelli ci accompagna con parole semplici alla scoperta innanzi tutto dei buchi neri, – fino a vent’anni fa ritenuti vaghe ipotesi ma oggi più che reali, tanto che quello sito al centro della nostra galassia ed il cui diametro è esteso quanto l’intero sistema solare è stato recentemente immortalato da una splendida fotografia – per poi delineare la sua teoria sull’esistenza dei buchi bianchi.
Tutto ciò condito da ampie citazioni dalla Divina Commedia, nella quale Dante affrontò un viaggio simile a quello che faremmo noi se potessimo addentrarci in un buco nero per poi uscire a riveder le stelle attraverso un buco bianco. Singolare l’analogia fra il famoso disegno dell’Inferno di Botticelli e la struttura spaziale di un buco nero, entrambi rappresentati come un imbuto sempre più stretto man mano che ci si avvicina alla base.
In questa avventura Albert Einstein accompagna, come un novello Virgilio, Carlo Rovelli sino al fondo del buco nero, nel punto in cui la compressione della materia giunge al livello dello spazio quantistico (la Stella di Planck), dove le equazioni dello stesso Einstein non sono in grado di rappresentarne la singolarità quantistica: proprio in quel punto, è questa l’ipotesi di Rovelli, la materia “rimbalzerebbe”, trovando una via d’uscita attraverso il buco bianco, speculare a quello nero ma privo di gran parte della sua energia.
In questo processo, infatti, l’energia prodotta dalla compressione della materia nel buco nero si riduce, rendendo il buco bianco simile ad un capello, di cui però – è questa l’altra, affascinante ipotesi di Rovelli – l’Universo pullula, come fosse “una polvere misteriosa”, quella che gli scienziati chiamano materia oscura.
Su tutto ciò incombe il paradosso del tempo, che scorre brevissimo per chi fosse all’interno del buco nero e poi riemergesse dal buco bianco, ma enormemente lungo per chi ne osservasse il meraviglioso spettacolo dall’esterno (dai pochi secondi del primo ai miliardi di anni del secondo).
C’è chi, con una bella immagine, vede in ognuno di noi, fatti della stessa materia di cui son composte le Stelle, l’occhio con cui l’Universo guarda se stesso: Rovelli, con questo libro, ci aiuta a guardare ancor meglio, più lontano e con semplicità ai misteri del cosmo e di noi stessi.