Bruxelles – Nell’ampio processo di riflessione sulle nuove regole comuni di bilancio e spesa la Commissione europea promette una soluzione di equilibrio. Che non può essere quello in salsa tedesca. Irene Tinagli (Pd/S&D), presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo, vuole mettere le cose in chiaro. Perché, spiega nell’intervista concessa a Eunews, se l’obiettivo del team von der Leyen è “superare rigidità e obiettivi annuali quantitativi uguali per tutti che fino ad oggi si sono mostrati inefficaci”, all0ra la richiesta della Germania “smonta in parte questo approccio”. Qualunque cosa verrà messo sul tavolo mercoledì prossimo nella riunione del Collegio dei commissari sul nuovo Patto di Stabilità e Crescita, l’Italia dovrà comunque dimostrare di essere “all’altezza dei compiti”, nella gestione delle finanze pubbliche come nel percorso di riforme.
Eunews: Come vi aspettate che cambi il patto di stabilità? Verrà invertito davvero l’ordine delle parole (da stabilità e crescita a crescita e stabilità)?
Irene Tinagli: “Se si cambiasse l’ordine delle parole potrebbe essere un segnale di una rafforzata attenzione alla crescita, ma sinceramente non è quello il tipo di cambiamento su cui ripongo le mie principali aspettative e speranze. La priorità è trovare regole che sappiano garantire la solidità dei conti pubblici senza penalizzare gli investimenti ed evitando politiche pro-cicliche e recessive”.
E: Come dovrebbe essere la flessibilità? Qui sembrano esserci idee diverse. La Germania che chiede più attenzione al debito complica i lavori in sede Ue?
I.T: “Il problema non è l’attenzione al debito, che in realtà è molto presente anche nella proposta di riforma, com’è giusto che sia. Il vero tema è il ‘come’ si fa la riduzione del debito. La proposta della Commissione mira a superare rigidità e obiettivi annuali quantitativi uguali per tutti che fino ad oggi si sono mostrati inefficaci, la richiesta della Germania invece smonta in parte questo approccio. Quindi la Germania introduce un elemento di ‘metodo’ non facilmente conciliabile con l’impianto complessivo della riforma e la sua filosofia sottostante, ma sono fiduciosa che si possa trovare un dialogo e una soluzione”.
E: In questo processo di riforma delle regole cosa serve in particolare all’Italia?
I.T: “L’Italia non ha bisogno di eliminare o aggirare regole, ha bisogno di regole chiare e realistiche, che le consentano di perseguire un percorso di rientro graduale dal suo enorme debito – che certamente va ridotto – senza però costringerla a misure draconiane che possano minare la crescita, anche perché senza crescita è difficile rientrare dal debito”.
E: Crede che il governo saprà fare tesoro del nuovo patto?
I.T: “Innanzitutto mi auguro che il governo possa dare un contributo positivo e determinante all’approvazione del nuovo patto, e poi mi auguro che possa farne tesoro: è un passaggio cruciale per il nostro Paese, una prova non solo di flessibilità ma anche di maturità e responsabilità”.
E: Cambiamo argomento. L’Ue sembra preoccupata per la capacità dell’Italia di rispettare gli impegni in chiave Pnrr. Paese e governo ce la faranno o siamo davvero un problema?
I.T: “L’Ue ha atteso fiduciosa un piano chiaro con le modifiche al Pnrr annunciate già l’estate scorsa dall’attuale maggioranza. Non ho visto né chiusure né pregiudizi nei nostri confronti, l’Italia non è mai stata percepita come un problema ma come un elemento chiave per tutta la ripresa europea. Purtroppo nei mesi intercorsi dall’insediamento del governo tale piano non mi pare che sia emerso, e considerato le scadenze molto strette di tutto il piano di Recovery è chiaro che qualche preoccupazione inizia a farsi strada”.
E: Ecofin ed Eurogruppo saranno un banco di prova per l’Italia? Pnrr, riforma del patto di stabilità, Def. Tanti dossier che si intrecciano. Ne parlerà col ministro Giorgetti a Stoccolma?
I.T: ” Certamente. Abbiamo già un incontro in agenda e credo sia molto importante che ci sia un dialogo ed un coordinamento a tutti i livelli. L’ho sempre fatto con tutti i ministri precedenti e spero di continuare a farlo anche adesso con Giorgetti : al di là delle diverse opinioni politiche c’è un interesse comune nel vedere l’Italia forte in Europa e capace di cogliere le opportunità e vincere tutte le sfide possibili. Da parte mia massima collaborazione e se ci saranno delle critiche saranno sempre con spirito costruttivo”.
E: A proposito di riforme. Il commissario Gentiloni ritiene che si pensi troppo al ponte sullo stretto e troppo poco al Pnrr. Lei condivide?
I.T: “Gentiloni ha detto a più riprese che il Pnrr dovrebbe essere vissuto da tutto il Paese come una ‘missione nazionale’. Purtroppo se seguiamo il dibattito nazionale non sempre si ha questa sensazione, non solo per le polemiche sul ponte ma su tutta una serie di altri temi e questioni che quotidianamente campeggiano nel dibattito pubblico e che sembrano ignorare le reali priorità e l’opportunità straordinaria che l’Italia rischia di bruciare. Ogni giorno c’è una nuova polemica che svia l’attenzione dal Pnrr. Spero che possa esserci presto una maggiore consapevolezza collettiva”.