Bruxelles – Eppur si muove. A due anni e mezzo dalla presentazione del Patto migrazione e asilo da parte della Commissione Ue, gli eurodeputati hanno dato il via libera all’avvio dei negoziati interistituzionali con i co-legislatori del Consiglio dell’Ue su cinque file della proposta complessiva di legislazione comunitaria nel campo della gestione della migrazione, dimostrando di essere pronti su quasi tutto il pacchetto. In attesa ora delle decisioni sulla posizione dei 27 governi dei Paesi membri Ue, l’Eurocamera ha approvato i mandati negoziali della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) passando da quattro voti in sessione plenaria e una ratifica automatica.
Mentre nessuno si è opposto alla Direttiva modificata sulla procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico di soggiorno e lavoro (del relatore Javier Moreno Sánchez, S&D), il voto in plenaria per gli altri quattro file del Patto migrazione e asilo si è reso necessario dopo l’obiezione da parte dei gruppi delle destre al Parlamento Ue di Identità e Democrazia (a cui appartiene la Lega) e dei Conservatori e Riformisti Europei (di cui Fratelli d’Italia è membro). Nessuna sorpresa in Aula, fatta eccezione proprio per la posizione espressa dai due partiti italiani al governo: sia gli eurodeputati della Lega sia quelli di Fratelli d’Italia hanno votato a favore dei quattro mandati negoziali, spaccando l’unità dei rispettivi gruppi nell’opposizione alla gestione comune europea della migrazione.
“Nel lavoro di questi mesi i gruppi di Ecr e Id hanno brillato solo per una cosa, l’assenza”, ha attaccato Birgit Sippel (S&D), relatrice per il Regolamento sullo screening, l’unico dei cinque file su cui possono già ora essere avviati i negoziati nel quadro del Patto migrazione e asilo. “Oggi vorrebbero far cadere il mandato, perché non sono interessati a una risposta europea, ma solo a cercare di catturare voti istigando paure”, ha aggiunto l’eurodeputata tedesca prima del voto, che ha ratificato il via libera con 419 a favore, 126 contrari e 30 astenuti. Si dovrà invece attendere la posizione del Consiglio per il Regolamento per le crisi e le cause di forza maggiore, dopo l’approvazione del mandato del Parlamento con 419 a favore, 129 contrari e 30 astenuti: “C’è stato un supporto solido, abbiamo lavorato a lungo e bene”, ha rivendicato il relatore Juan Fernando López Aguilar (S&D).
“Quando c’è un confine comune, serve una politica comune e fiducia tra Stati membri e cittadini europei, serve un messaggio forte al Consiglio”, ha esortato il relatore sul nuovo Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione, Tomas Tobé (Ppe), prima di cogliere la “possibilità senza precedenti” in Aula con 413 a favore, 142 contrari e 20 astenuti. Anche per questo file del Patto migrazione e asilo si dovrà aspettare la decisione sulla posizione dei 27 ministri Ue degli Interni, così come per quello sulla Direttiva modificata sui soggiorni di lungo termine, adottato invece dall’Eurocamera con 391 a favore, 140 contrari e 25 astenuti. “L’estrema destra è riuscita ad avere molto tempo di parola per diffondere la propria propaganda velenosa”, è stato l’affondo del relatore Damian Boeselager (Verdi/Ale): “Ma questo dossier riguarda il modo per attrarre talenti e competenze in Europa, permettendo ai soggiornanti di lungo periodo di trovare lavoro nello stesso mercato, anziché in 27 diversi”.
Il processo negoziale del Patto migrazione e asilo
Dal punto di vista del processo legislativo tre dei cinque file del Patto migrazione e asilo approvati dagli eurodeputati per i negoziati interistituzionali fanno parte della tabella di marcia concordata nel settembre 2022 tra i co-legislatori: Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione, Regolamento sullo screening e Regolamento per le crisi e le cause di forza maggiore. Il trilogo sul Regolamento modificato sulle procedure di asilo (il cui mandato negoziale non aveva bisogno del passaggio in plenaria) è invece iniziato il 18 aprile. All’Eurocamera manca ora all’appello solo la Direttiva sui rimpatri della relatrice Tineke Strik (Verdi/Ale), su cui invece il Consiglio dell’Ue ha già la sua posizione.
Per quanto riguarda il Consiglio, mentre i 27 governi sono pronti sul Regolamento sullo screening (e dunque può già iniziare il trilogo), i negoziati tra i Ventisette non hanno ancora trovato uno sbocco su due Regolamenti: quello per la gestione dell’asilo e della migrazione e quello per le crisi e le cause di forza maggiore. In fase di trilogo c’è invece il Regolamento Eurodac modificato dal 15 dicembre dello scorso anno, lo stesso giorno in cui è stato raggiunto l’accordo politico su tre dossier del Patto migrazione e asilo (ereditati dai negoziati sulle proposte della Commissione del 2016): la Direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, il Regolamento sul nuovo quadro di reinsediamento e il Regolamento sulle qualifiche.
Al di fuori dei nove dossier previsti dalla tabella di marcia per adottare il Patto migrazione e asilo entro la fine della legislatura (nella primavera 2024) ci sono altre cinque dossier, di cui solo due sono stati adottati: la Direttiva Blue Card nel maggio 2021 e la trasformazione dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) nell’Agenzia europea per l’asilo (Euaa), da gennaio dello scorso anno. I mandati negoziali del Parlamento Ue sulla Direttiva modificata sui soggiorni di lungo termine e quello sulla Direttiva modificata sulla procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico di soggiorno e lavoro (il primo ratificato in plenaria, il secondo passato senza obiezioni) devono invece essere ancora adottati dal Consiglio dell’Ue. Nessuno dei due co-legislatori è invece avanzato sul Regolamento sulla strumentalizzazione nel campo della migrazione e dell’asilo. Anzi, durante il confronto del 9 dicembre dello scorso anno tra 27 ministri degli Interni è stata certificata la minoranza sul file, almeno per il momento.