Bruxelles – Le sentenze contro l’Italia sulle concessioni balneari aumentano. A quella del 2016 si aggiunge oggi quella tutta nuova, che stabilisce, una volta di più, che le autorizzazioni per l’utilizzo dei della fascia costiera “non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione“. I giudici di Lussemburgo ribadiscono una volta di più quelle che prevede la direttiva in materia, quella sui servizi, e tirano le orecchie all’Italia.
“L’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, nonché il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attività sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva”. Un passaggio chiaro, a prova di equivoci. A cui si aggiunge il chiarimento sul primato del diritto Ue su quelle nazionale. “Le autorità amministrative sono tenute ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse“.
Nel mirino finisce anche l’Italia dell’allora governo Lega-Cinque Stelle, e la legge adottata a fine 2018 in cui si stabilisce l’estensione automatica fino al 31 dicembre 2033 dei diritti di utilizzo e gestione dei litorali italiani. Qualcosa che, alla luce del nuovo pronunciamento, non è possibile. E che non mette l’attuale governo in una posizione comoda nel confronto, già teso, con Bruxelles. Meloni e la sua squadra sono decisi a difendere un modello mai riconosciuto regolare, l’esecutivo comunitario sta cercando in tutti i modi di evitare multe salate.
“Noi nel 2014-2018 avevamo dimezzato le infrazioni dell’Italia in Ue. Ora continuano a crescere: più infrazioni significa più sanzioni da pagare con i soldi dei contribuenti”, commenta l’ex sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, ora deputato europeo di Renew Europe, anticipando che “nuove condanne dell’Italia arriveranno nelle prossime settimane”. Conclude Gozi sulla vicenda: ecco “come sprecare soldi e credibilità”.