Bruxelles – Revisione del mercato del carbonio, Fondo sociale per il clima da 86 miliardi per ammortizzare i costi della transizione e tassa sul carbonio alla frontiere. Il Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo ha confermato oggi (18 aprile) gli accordi raggiunti a dicembre con gli Stati membri su tre dei principali dossier del pacchetto climatico ‘Fit for 55’, presentato a luglio 2021 come una strategia legislativa per abbattere le emissioni del 55 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030, come tappa intermedia per la neutralità climatica con zero nuove emissioni nette entro il 2050. Tre fascicoli diversi, ma anche tre pilastri tra loro interconnessi che costituiscono la spina dorsale del pacchetto climatico e su cui i co-legislatori europei (Parlamento e Consiglio) hanno raggiunto un accordo politico a dicembre dello scorso anno.
Pilastro centrale del pacchetto è la revisione del mercato del carbonio, il sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue, adottata con 413 voti a favore, 167 contrari e 57 astenuti. L’Ets è operativo in Unione europea dal 2005 e copre il settore energetico, industriale e i voli commerciali dentro l’Ue, obbligando poco più di 10mila centrali elettriche e fabbriche ad alta intensità energetica (come l’acciaio o la chimica) a comprare un permesso per ogni tonnellata di CO₂ emessa. Lo scambio di emissioni ha coperto finora circa il 40 per cento di tutte le emissioni dell’Ue, fondandosi su un numero assoluto di certificati di carbonio, che devono essere acquistati all’asta e possono quindi essere scambiati dai partecipanti al mercato, creando un prezzo per la CO₂ (che oggi supera i 90 euro per tonnellata).
Il sistema ha sempre conservato un numero annuale di permessi che vengono assegnati gratuitamente alle industrie, per evitare il rischio di delocalizzazione della produzione in Paesi che hanno vincoli climatici meno stringenti. L’intesa raggiunta tra i co-legislatori alza l’ambizione sul taglio delle emissioni e prevede che i settori coperti dall’Ets le riducano del 62 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030 e definisce una traiettoria di riduzione graduale delle quote gratuite conservate oggi per le industrie: quasi la metà (48,5 per cento) delle quote gratuite nell’Ets sarà annullata entro il 2030, mentre saranno completamente eliminate entro il 2034 (in parallelo all’entrata in attività della tassa sul carbonio ai confini dell’Ue). A partire dal 2024 saranno monitorate anche le emissioni derivanti dall’incenerimento dei rifiuti, per essere incluse nel mercato di emissioni dal 2028.
Parte centrale della riforma dell’Ets è la creazione di un secondo mercato del carbonio separato destinato agli edifici e al trasporto su strada (che viene conosciuto con la sigla Ets2) che sarà operativo dal 2027 con un prezzo del carbonio limitato a 45 euro fino al 2030. Nel quadro della riforma del sistema Ets, l’Eurocamera ha dato via libera anche a due regolamenti collegati: il primo sul monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni di gas serra del trasporto marittimo (adottato con 500 a favore, 117 contrari e 64 astenuti) e il secondo sulla revisione del sistema Ets per il trasporto aereo (adottato con 463 a favore, 117 contrari e 64 astenuti).
Via libera da Strasburgo con 521 voti a favore, 75 contrari e 43 astenuti anche all’accordo con i governi per fare entrare in vigore dal 2026 uno strumento di compensazione finanziaria, il Fondo sociale per il clima, che mobiliterà 86,7 miliardi di euro tra 2026 e 2032 e sarà finanziato con parte delle entrate del secondo Ets che sarà applicato per trasporti ed edifici, destinato proprio all’azione sociale per il clima che va dalla ristrutturazione degli alloggi sociali al sostegno diretto al reddito. I negoziatori si sono accordati su una clausola (il cosiddetto ‘freno di emergenza’) per cui se i prezzi dell’energia (petrolio e gas) sono superiori a 106 MW/h, che corrisponde al prezzo medio di febbraio e marzo dell’anno scorso il nuovo Ets non sarà introdotto nel 2027, ma solo un anno dopo. Per ricevere i finanziamenti, gli Stati membri presentati a Bruxelles dei ‘Piani per il clima sociale’, previa consultazione con le autorità locali e regionali, le parti economiche e sociali e la società civile.
In maniera complementare allo scambio di emissioni interno all’Ue, la rivoluzione del ‘Fit for 55’ è data dall’introduzione di un meccanismo complementare da applicare alle frontiere per fissare un prezzo per le emissioni derivanti dalla produzione delle merci importate. La terza componente del pacchetto su cui l’Eurocamera ha dato luce verde con 487 voti a favore, 81 contrari e 75 astenuti è proprio la cosiddetta tassa sul carbonio alle frontiere o, più tecnicamente, il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism – Cbam) che, una volta in funzione, obbligherà gli importatori ad acquistare certificati di CO₂, come fanno le industrie europee nel sistema europeo del carbonio. La tassa – che secondo Bruxelles non è una tassa ma uno strumento di diplomazia climatica per spingere l’ambizione climatica – si applicherà in un primo momento ad alcuni settori a più alta intensità di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, elettricità e idrogeno, nonché le emissioni indirette (ovvero le emissioni che non avvengono nel processo produttivo in sé, ma attraverso l’utilizzo di energia elettrica generata con combustibili fossili). Sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in concomitanza con l’eliminazione progressiva delle quote gratuite nell’Ets.
Tutti i fascicoli adottati oggi in plenaria a Strasburgo, dovranno essere formalmente adottati anche dagli Stati membri al Consiglio Ue prima di entrare in vigore. “Due anni fa abbiamo presentato le leggi per realizzare il Green Deal. Con le votazioni di oggi raggiungiamo un altro traguardo”, ha scritto su twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, salutando l’accordo. La leader ha ringraziato il Parlamento europeo “per il suo sostegno e invito gli Stati membri a compiere ora gli ultimi passi. Insieme faremo dell’Europa il primo continente climaticamente neutro”. Lo scorso 8 febbraio gli ambasciatori degli Stati membri hanno approvato l’accordo, ma ora rimane l’ultimo via libera al Consiglio Ue che confermerà formalmente la decisione.
→ #ETS puts a price on carbon and incentivises companies to invest more in clean tech
→ #CBAM will encourage the EU's trade partners to invest in decarbonisation too
→ The Social Climate Fund will support people in Europe with the costs of the transition
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 18, 2023