Bruxelles – Rincari generalizzati sulla scia della guerra in Ucraina e fenomeni meteorologici estremi ‘bruciano’ 10 miliardi di euro dalla bilancia commerciale agro-alimentare dell’Ue. Nel 2022 l’export a dodici stelle di prodotti alimentari hanno generato un flusso da 229,8 miliardi di euro, con un aumento del 31 per cento rispetto al 2021, a fronte di importazioni da 172 miliardi di euro (+32 per cento), per un saldo positivo di 57,8 miliardi di euro. Tuttavia le importazioni del blocco dei Ventisette sono aumentate di più (+41,6 miliardi di euro) rispetto alle esportazioni (+31,7 miliardi). Il dato, rileva la relazione annuale della Commissione europea, è il risultato dell’aumento dei prezzi globali combinato ad un “crescente fabbisogno di importazioni di semi di girasole e di soia a causa della siccità estiva“.
Si vedono dunque confermati i timori espressi nei mesi scorsi. Il caldo eccezionale e perdurante nel corso dell’anno passato ha inciso sulla capacità produttiva a dodici stelle. Oltre che per soia e semi di girasole “ciò è avvenuto anche per il mais”, prodotto per cui l’Unione europea ha dovuto accrescere la domanda esterna “per compensare il calo della produzione interna”.
L’esecutivo comunitario evidenzia comunque gli aspetti positivi dei flussi. “Nonostante l’aumento globale dei prezzi, i volumi di prodotti agroalimentari scambiati non sono diminuiti e occasionalmente sono addirittura aumentati”. Inoltre l‘Unione europea “rimane il principale commerciante mondiale di prodotti agroalimentari, rinomati per la loro qualità e competitività“.
Sul fronte delle esportazioni, continua la relazione della Commissione europea, cereali, preparazioni di cereali e i prodotti macinati sono quelli che sono aumentati maggiormente (7 per cento e 10 per cento rispettivamente). Una delle principali esportazioni dell’Ue rimangono i prodotti lattiero-caseari con un valore di esportazione di 20,4 miliardi di euro nel 2022. La carne suina è rimasta anche il principale prodotto a base di carne esportato lo scorso anno con 13,8 miliardi di euro, nonostante un calo della domanda cinese. Il Regno Unito è la prima destinazione delle esportazioni dell’Ue, rappresentando un quinto delle esportazioni totali dell’UE. Gli Stati Uniti sono al secondo posto (13 per cento del totale esportato) seguiti dalla Cina (7 per cento).
Per quanto riguarda l’import, invece, l’Ue ha fatto incetta soprattutto semi oleosi e colture proteiche, prima categoria di prodotti domandati all’esterno. Frutta e noci, nonché caffè, tè, cacao e spezie rimangono la seconda e la terza principale categoria agroalimentare importata nell’Ue in termini di valore. Il Brasile rimane la prima fonte di importazione per l’Ue, rappresentando il 12 per cento delle importazioni totali. Seguono Regno Unito (9 per cento), Ucraina (8 per cento) e Stati Uniti (7 per cento).