Bruxelles – Tra le numerose ‘prime volte’ tra l’Unione Europea e l’Ucraina, quella andata in scena oggi (12 aprile) ha un significato profondo non tanto da un punto di vista simbolico, quanto piuttosto sul piano pratico. Perché la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, e quello della Verchovna Rada (il Parlamento ucraino), Ruslan Stefančuk, hanno aperto per la prima volta i lavori dell’intercomitato tra le due Assemblee legislative, per dare il via a una “cooperazione settoriale approfondita, completa e concreta” che sarà fondamentale in vista del percorso europeo dell’Ucraina”, ha confermato nel suo discorso di inaugurazione della riunione congiunta la numero uno dell’Eurocamera: “La mia speranza è che i negoziati di adesione all’Ue possano iniziare già quest’anno“.
Una questione già affrontata tra Metsola e Stefančuk “in diverse occasioni”. Basti ricordare le parole di quest’ultimo alla sessione plenaria del Parlamento Ue l’8 giugno dello scorso anno, a pochi giorni dalla concessione a Kiev dello status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea. Se le commissioni parlamentari hanno già iniziato a lavorare “fianco a fianco” per favorire l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione, quanto accaduto oggi dimostra “la nostra volontà di fare un ulteriore passo avanti nella cooperazione e nel coordinamento, le risorse della nostra istituzione sono a vostra disposizione“, ha confermato con forza la presidente Metsola. Una condivisione del lavoro “sui contenuti legislativi”, in modo che “la nostra visione e comprensione della legislazione europea” sia a disposizione dei deputati ucraini nell’avvicinarsi “all’intera gamma delle politiche dell’Unione”.
Nonostante sia ben evidente la consapevolezza che “il processo non sarà facile”, è però responsabilità dei rappresentanti dei cittadini ucraini spiegare alla popolazione la “necessità di riforme, spesso di vasta portata e dolorose, ancor più in tempi di guerra“, ha avvertito Metsola. Sfida accolta e rilanciata dal presidente Stefančuk: “Il Parlamento ucraino, insieme al governo, svolgerà un ruolo fondamentale in questo processo di adeguamento della legislazione nazionale a quella dell’Ue”. La dimostrazione di serietà in questo senso si è concretizzata proprio nella prima riunione dell’intercomitato tra le due Assemblee legislative, quando lo stesso leader della Verchovna Rada ha firmato il decreto di istituzione dell’Ufficio parlamentare per l’adeguamento della legislazione all’acquis dell’Unione Europea: “Credo che sia giunto il momento in cui ogni commissione del Parlamento ucraino diventi una commissione per l’integrazione europea”, ha sottolineato con forza Stefančuk.
Un primo incontro alla presenza di tutti presidenti delle commissioni sia del Parlamento Europeo sia della Verkhovna Rada, che ha fornito la base delle future discussioni sulla natura e le sfide del processo di adesione dell’Ucraina all’Ue. Rimane immutato dopo più di un anno il sostegno degli eurodeputati alla “lotta per la libertà” del popolo ucraino contro l’invasore russo, che il 24 febbraio dello scorso anno ha lanciato una “guerra di aggressione illegale e ingiustificata”. Analizzando invece le direttrici della futura cooperazione tra le due assemblee parlamentari, è stata espressa la volontà di approfondire i legami istituzionali e di offrire maggiore sostegno e competenza ai colleghi ucraini “anche nei settori dell’allineamento con le leggi dell’Ue e della ricostruzione post-bellica”.
Proprio sulla questione della ricostruzione post-bellica del Paese invaso dall’esercito russo è stata condivisa tra i deputati dei due Parlamenti la visione e l’urgenza di “ricostruire meglio” e collegare gli sforzi di ricostruzione a un processo di riforma che garantisca l’integrazione europea dell’Ucraina. In questo senso è necessario stabilire “un’adeguata architettura di governance” per gli sforzi di ricostruzione, che garantisca sia la “titolarità dell’Ucraina”, sia la “trasparenza, responsabilità e inclusività”, con un adeguato coinvolgimento sia del Parlamento Europeo sia della Verkovna Rada.