Bruxelles – Intesa tra Kiev e Varsavia per sospendere le esportazioni di alcuni cereali, grano e semi oleosi verso la Polonia, dove il massiccio e incontrollato afflusso da quando è iniziata la guerra di Russia in Ucraina ha destabilizzato il mercato locale, alimentando proteste da parte degli agricoltori in tutto il Paese. L’accordo non bloccherà il passaggio del grano e altre merci agricole attraverso la Polonia verso altri Paesi, ma il transito sarà molto più controllato. A chiarirlo è stato il nuovo ministro polacco dell’Agricoltura, Robert Telus, spiegando in un’intervista che Kiev ha acconsentito ad astenersi, fino alla nuova stagione, “dall’esportare grano, mais, colza e semi di girasole”. Il passaggio verso altri Paesi sarà controllato in modo che il grano non rimanga in Polonia. Grazie a un sistema speciale, sapremo da dove è partito il trasporto e dove sta andando”, ha chiarito il ministro fresco di nomina.
Minister #RiRW @RobertTelus: Jutro wystąpię do moich odpowiedników w przygranicznych krajach, żebyśmy jak najszybciej się spotkali- chociażby online. Chciałbym, abyśmy czuli wzajemnie swoje poparcie. pic.twitter.com/bMAAUd44EN
— Ministerstwo Rolnictwa i Rozwoju Wsi (@MRiRW_GOV_PL) April 11, 2023
Il ministro si è insediato al governo giovedì, dopo le dimissioni di Henryk Kowalczyk costrette dalla crescente pressione degli agricoltori che per settimane hanno protestato in tutto il Paese minacciando di bloccare anche i valichi di frontiera. Non solo Polonia, ma anche altri Paesi dell’Europa centrale come Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria stanno lamentando la pressione dell’aumento del grano in arrivo da Kiev per essere trasferito in altre parti del mondo ma che spesso rimane sul posto in quantità eccessive, causando silos pieni e una svalutazione del prezzo dei cereali.
I Paesi in questione hanno chiesto a Bruxelles di fornire ulteriori sostegni agli agricoltori, colpiti dalla situazione e la Commissione ha risposto varando a inizio aprile una prima misura di sostegno da 56,3 milioni di euro per gli agricoltori di Bulgaria, Polonia e Romania per compensare la perdita economica dovuta all’aumento delle importazioni di cereali e semi oleosi. Attraverso il co-finanziamento, è possibile per i governi mobilitare lo stesso importo. Per il neo ministro polacco il sostegno in questione non basta. In una riunione delle organizzazioni agricole di Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria e Slovacchia che si è svolta questa mattina, Telus ha annunciato l’intenzione di chiedere a Bruxelles di reintrodurre i dazi sulle merci agricole, sospesi nel quadro della guerra di Russia in Ucraina. “C’è bisogno della nostra azione congiunta affinché i costi degli aiuti a Kiev siano divisi equamente da tutti i paesi dell’Ue”, ha ricordato il ministro, dichiarando l’intenzione di chiedere ai ministeri dell’Ue Agricoltura di questi 5 Paesi di andare insieme dal commissario Ue al Commercio, Valdis Dombrovskis, per chiedere la reintroduzione dei dazi sospesi sulle merci agricole in arrivo da Kiev.
Il ministro ha poi lamentato una risposta lenta da parte della Commissione europea, accusandola di “parlare di sanzioni contro la Russia, e d’altra parte fa finta di non sapere che dal sud arriva in Europa molto grano, probabilmente russo, non ucraino. Inoltre, l’azione dell’Unione Europea è molto lenta. E non deve essere che gli agricoltori europei – e soprattutto gli agricoltori di due o tre paesi – paghino per questo a causa di un cattivo coordinamento”.