Bruxelles – Uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; transizione verso un’economia circolare; prevenzione e la riduzione dell’inquinamento e la protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Sono quattro gli obiettivi ambientali della tassonomia verde Ue, il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili dell’Ue, sui cui la Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica fino al 3 maggio per arrivare nei prossimi mesi a presentare l’ultimo atto delegato.
Non è un elenco obbligatorio di attività in cui investire per gli investitori, né un tentativo di stabilire requisiti obbligatori in materia di prestazioni ambientali per le società o per i prodotti finanziari. La tassonomia verde europeaè piuttosto un insieme di criteri di classificazione per definire cosa sia un’attività economica sostenibile, in modo che sia più facile per gli investitori operare una selezione e orientare gli investimenti nei settori e nelle tecnologie più utili per la transizione verso un continente climaticamente neutro entro il 2050.
Nella sostanza, la tassonomia è un regolamento (pubblicato in Gazzetta Ue a giugno 2020) che ha stabilito sei obiettivi climatici e ambientali: mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, l‘uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un’economia circolare; la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Per definirsi “sostenibile dal punto di vista ambientale” un’attività economica deve soddisfare quattro condizioni, ovvero “dare un contributo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi; non recare danno significativo a nessuno degli altri cinque obiettivi ambientali (dunque, rispettare il principio del ‘do not significant harm’). E poi, rispettare le garanzie minime e i criteri di vaglio tecnico stabiliti negli atti delegati della tassonomia.
Dopo la pubblicazione del regolamento generale nel 2020, la Commissione ha lasciato i dettagli di questi criteri sulle singole attività alla definizione attraverso degli atti delegati, normativa europea secondaria che non prevede una discussione legislativa ma dà solo tempo quattro mesi (estendibili a sei) ai due co-legislatori di Parlamento e Consiglio di bocciarla con maggioranze diverse, senza possibilità di emendarla. L’Esecutivo europeo ha presentato ad aprile 2021 il primo atto delegato della tassonomia che riguarda i primi due dei sei obiettivi (quelli propriamente climatici) andando a coprire oltre dieci settori, dall’energia rinnovabile alla silvicoltura passando per la ristrutturazione degli edifici e i trasporti. In questa occasione, la Commissione europea ha scelto di non decidere sul gas e sull’energia nucleare che pure rientrano in questi primi due obiettivi, sotto la pressione delle industrie e degli Stati membri sulla questione.
Ma ha lasciato a un secondo atto delegato presentato a febbraio 2022 il compito di decidere sulla definizione, molto contestata, per il gas e il nucleare. La proposta per mesi ha letteralmente spaccato in due l’Unione europea, con pioggia di critiche arrivata sia dal Parlamento europeo sia dal Consiglio che riunisce gli Stati membri. Alla fine, però, in nessuna delle due istituzioni si è trovata una maggioranza per affossarla, ed è entrata in vigore. Per la Commissione è ora tempo di presentare anche l’atto delegato che riguarda i restanti obiettivi, nell’ottica di farli entrare in vigore prima della scadenza della legislatura nel 2024.