Bruxelles – Obiettivo: eliminare procedure e costi amministrativi che portano via tempo e costano qualcosa come 437 milioni di euro l’anno, permettendo soprattutto alle piccole e medie imprese di operare nel mercato unico con rinnovato slancio. La Commissione europea presenta la proposta di direttiva per eliminare la troppa burocrazia che ancora frena attività e competitività del settore secondario. Un’iniziativa che intende spingere verso un modello più informatizzato di registrazione d’impresa, anche nel rispetto della transizione digitale che l’Ue si è posta.
La scelta delle Pmi non è casuale, poiché rappresentano il 99 per cento delle società a responsabilità limitata (srl) nell’Ue. Di queste, circa il 40 per cento è impegnato in attività e operazioni transfrontaliere o investimenti transfrontalieri con altri Stati membri dell’Ue diversi dalla sede della casa madre. “Sono il cuore pulsante del mercato unico e dell’Ue”, sottolinea Vera Jourova, commissaria per i Valori e la trasparenza.
Quattro le azioni principali alla base della nuova stagione per le imprese Ue. Innanzitutto l’applicazione del principio della “una volta sola”, in base al quale le società non devono ripresentare le informazioni quando creano una succursale o una società in un altro Stato membro. Le informazioni rilevanti possono essere scambiate attraverso il Sistema di interconnessione dei registri delle imprese (BRIS). La registrazione sull’apposito portale Bris, pubblico, accrescerà anche il grado di trasparenza vista l’interconnessione con il Registro dei titolari effettivi e il portale unico europeo sui registri d’insolvenza e fallimentari.
Si prevede poi di produrre un certificato aziendale dell’Ue, contenente una serie di informazioni di base sulle aziende, che sarà disponibile gratuitamente in tutte le lingue dell’Unione europea. La Commissione propone inoltre la creazione di un modello standard multilingue per una procura digitale dell’Ue al fine di autorizzare una persona a rappresentare la società in un altro Stato membro. Infine tra i punti cardine della proposta di direttiva anti-burocrazia anche l’eliminazione di formalità come la necessità di postille o traduzioni certificate per documenti aziendali.
Tutte misure che si rendono sempre più necessarie e non più rinviabili, spiega il commissario per la Giustizia, Didier Reynders. “In un mercato globale competitivo, le imprese devono essere sostenute per consentire loro di operare in modo rapido ed efficace, raccogliendo al tempo stesso i vantaggi del mercato interno dell’Ue. La proposta farà proprio questo”.
La rivoluzione concepita a Bruxelles non sarò però immediata. La proposta dovrà essere approvata da Parlamento e Consiglio Ue, e una volta terminato l’iter legislativo gli Stati avranno due anni di tempo per mettersi in regola con le nuove norme. L’esecutivo comunitario intanto fa i calcoli. Oltre al risparmio per 437 milioni di euro l’anno, ci saranno le ricadute positive per “circa 16 milioni di società a responsabilità limitata e a due milioni di società di persone nell’Ue“. Per tutti questi soggetti, oltre all’abbattimento delle barriere esistenti, la riduzione dell’onere amministrativo “faciliterà l’accesso ai finanziamenti” e la creazione di nuove imprese.