Bruxelles – Alitalia, il prestito ponte da 400 milioni di euro non era possibile. E’ contrario alle regole Ue sugli aiuti di Stato, e adesso il governo dovrà recuperare, “più interessi”, l’agevolazione concessa dall’allora governo di coalizione Pd-M5S (Conte II) nel 2019. La Commissione europea si è presa il suo tempo, ma alla fine ha prodotto il giudizio sul sostegno alla vecchia compagnia di bandiera. L‘esecutivo comunitario ha avviato le verifiche del caso a febbraio 2020, e a distanza di tre anni inchioda l’Italia alla sue responsabilità.
“L’Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, – critica la Commissione Ue – non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, ma volto a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia.
La decisione di oggi aggrava la situazione del Paese, perché si aggiunge alla bocciatura del prestito ponte da 900 milioni di euro concessa nel 2017, quando alla guida del governo c’era l’attuale commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. Proprio perché la compagnia aveva già beneficiato del sostegno da quasi un miliardo, “il nuovo prestito (quello del 2019, ndr) violerebbe l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione”.
Il team von der Leyen sottolinea come al fine di mantenere operativa Alitalia, nel 2017 e nel 2019, l’Italia ha concesso alla società prestiti rispettivamente per un importo di 900 milioni di euro e 400 milioni di euro. “Questi prestiti non sono mai stati rimborsati”. Nel 2018 la Commissione ha avviato un’indagine formale per stabilire se due prestiti concessi nel 2017 (600 milioni più 300 milioni) fossero conformi alle norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Nel febbraio 2020 è partito l’altro filone di indagini, sul prestito da 400 milioni di euro.
Nel settembre 2021 la Commissione ha concluso che i prestiti di Stato da 900 milioni di euro ad Alitalia erano illegali ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Adesso la seconda bocciatura. L’Italia deve quindi recuperare 1,3 miliardi di euro più interessi. Altrimenti partiranno procedure d’infrazione.
“L’Italia ha l’obbligo di recuperare gli aiuti irregolari”, spiega Arianna Podestà, portavoce della Commissione per le questioni di concorrenza. Nel caso specifico, spiega, “una parte dovrà essere ripagata da Alitalia con i ricavi derivati dalla vendita di assett” nell’ambito del processo di ristrutturazione.