Bruxelles – Si intensifica l’azione dell’Ue a sostegno del rimboschimento e della protezione degli ecosistemi secolari, proprio in occasione della Giornata internazionale delle foreste. La Commissione Europea ha fornito oggi (21 marzo) agli Stati membri orientamenti aggiornati sul ripristino e la tutela delle foreste su tutto il territorio dell’Unione, con l’obiettivo di migliorarne la qualità e renderle più resistenti ai cambiamenti climatici.
“Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per guarire i polmoni dell’Europa”, è l’esortazione del commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, che ha ribadito la necessità di aumentare il numero e la qualità delle foreste “seguendo il principio ‘l’albero giusto al posto giusto”. Non si tratta solo di un’operazione per frenare gli effetti del cambiamento climatico, ma anche un modo di “permettere a generazioni di europei di godere di un’eredità verde negli anni a venire“, ha puntualizzato il commissario. La prima raccomandazione fornisce ai professionisti del settore linee-guida sul rimboschimento in terreni agricoli, aree forestali e ambienti urbani: dall’evitare l’innesto di specie aliene, al tenere in considerazione l’evoluzione del clima. La seconda raccomandazione è un insieme di consigli pratici a politici e autorità nazionali per la definizione, la mappatura, il monitoraggio e la protezione “rigorosa” delle foreste primarie e di alto fusto, attraverso un calendario dal 2023 al 2029.
La strategia europea per le foreste
È del 16 luglio 2021 la strategia europea per le foreste, in cui hanno trovato spazio sia nuovi obiettivi di assorbimento della CO2, sia azioni concrete per migliorare la quantità e la qualità delle foreste sul territorio dell’Unione. Proprio gli ecosistemi forestali rappresentano i più grandi pozzi di assorbimento di carbonio, ma la Commissione Ue ha riconosciuto che quelli europei soffrono di molteplici pressioni, incluso il cambiamento climatico. Di qui la volontà di piantare tre miliardi di nuovi alberi entro l’inizio del prossimo decennio, per rispondere anche all’obiettivo vincolante di rimuovere 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente al 2030.
La strategia dell’esecutivo comunitario rappresenta una delle iniziative faro del Green Deal europeo e mette al centro del progetto l’adattamento alle nuove condizioni meteorologiche estreme e all’elevata incertezza causata dal cambiamento climatico. Una “precondizione affinché le foreste continuino a svolgere le loro funzioni socioeconomiche e per garantire zone rurali vivaci con popolazioni fiorenti”, è quanto messo nero su bianco. Riforestazione e rimboschimento, ma anche promozione della bioeconomia non basata sul legno, compreso l’ecoturismo, lo sviluppo di competenze e la responsabilizzazione dei cittadini, incentivi finanziari a proprietari e gestori per migliorare la cura delle aree verdi. Imprescindibile il sostegno alle funzioni socioeconomiche delle foreste europee, che si dovrà concentrare sul monitoraggio, la raccolta dei dati e un’agenda di ricerca e innovazione.
La stretta Ue sui prodotti da deforestazione
Una delle ultime azioni più decise da parte delle istituzioni comunitarie a sostegno delle foreste – non solo in Europa, ma in tutto il mondo – è stata presa il 6 dicembre dello scorso anno, quando i negoziatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue hanno raggiunto l’intesa sulla proposta di Regolamento sui prodotti esenti da deforestazione presentata dalla Commissione nel novembre 2021. Un passo cruciale, considerato il fatto che, appena dietro la Cina, i 27 Stati membri Ue rappresentano il secondo maggiore importatore al mondo di prodotti legati direttamente o indirettamente alla deforestazione. Una delle cause principali è l’espansione agricola di soia, olio di palma, legno, cacao, caffè e gomma e l’allevamento di bovini.
L’importazione sarà vietata se questi prodotti provengono da terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2020. Sono inclusi anche diversi materiali associati – come pelle, cioccolato, mobili, carta stampata, carbone – con l’elenco coperto dal Regolamento che sarà regolarmente aggiornato secondo i nuovi dati e il cambiamento dei modelli di deforestazione. Saranno le stesse aziende importatrici responsabili della propria catena di approvvigionamento, dovendo raccogliere informazioni geografiche precise sui terreni agricoli in cui sono state coltivate le merci di cui si riforniscono, per permettere la conformità anche attraverso immagini satellitari. Gli Stati membri dovranno invece garantire che le aziende che non rispettano le norme europee siano sanzionate.