Bruxelles – Poche settimane fa le prime sanzioni ai danni di chi perpetra violenze sessuali e di genere. Ora la ‘ferma condanna’ dell’Ue per queste specifiche violazioni dei diritti umani della Russia ai danni dell’Ucraina arriva sul tavolo del Vertice europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì (23 e 24 marzo). Un Consiglio europeo ricco di temi – dall’Ucraina, alla crisi energetica, passando per la situazione economica alla sfida della competitività dell’industria e delle migrazioni – in cui però non si aspettano decisioni importanti da parte dei leader, che rimandano in sostanza al Vertice di giugno le discussioni sui finanziamenti.
“Il Consiglio europeo condanna con la massima fermezza la violenza sessuale e di genere e la Russia deve garantire immediatamente il ritorno in sicurezza degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare i bambini”, si legge nella bozza di conclusioni del Vertice– datata 20 marzo e vista da Eunews – nel primo capitolo relativo all’Ucraina, in cui i leader dell’Ue riaffermeranno la condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il sostegno all’Ucraina, anche dal punto di vista militare. La bozza è finita oggi sul tavolo dei ministri degli Affari europei al Consiglio Affari Generali che si è tenuto a Bruxelles in preparazione del Vertice e finirà domani sul tavolo degli ambasciatori dei 27 presso l’Ue.
Per la prima volta lo scorso 7 marzo, simbolicamente alla vigilia della Giornata internazionale della donna, l’Unione europea ha adottato sanzioni relative alla violenza di genere, riconoscendone l’entità come reato specifico nella più ampia categoria dei diritti umani. Sul tavolo dei leader Ue anche l’accordo politico raggiunto ieri per agevolare la fornitura immediata di munizioni all’Ucraina, anche mediante appalti congiunti e la mobilitazione di finanziamenti adeguati anche attraverso lo strumento europeo per la pace, con l’obiettivo di fornire un milione di munizioni di artiglieria in un’unica soluzione sforzo entro i prossimi dodici mesi, fatto salvo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri. Dopo il capitolo sull’Ucraina, le conclusioni passano alla competitività e a come rafforzare l’industria dell’Ue, dopo la pubblicazione da parte della Commissione Ue dei pilastri del suo Piano industriale per il Green Deal, la risposta Ue all’Inflation Reduction Act (Ira) il piano di sussidi verdi da 370 miliardi di dollari: il ‘Net-Zero Industry Act’ e ‘Critical Raw Material Act’ per l’approvvigionamento delle materie prime critiche.
Ed è nel capitolo relativo alla competitività che i capi di stato e governo accoglieranno la proposta della Commissione europea – annunciata nelle scorse settimane dalla presidente Ursula von der Leyen – di destinare fondi comunitari alla ricerca e sviluppo oltre il 3 per cento del Pil, come attualmente previsto. Per rafforzare la competitività è necessario “aumentare gli investimenti in ricerca e innovazione per un obiettivo del 3 per cento del PIL” tra pubblico e privato, si legge nella bozza di conclusioni. L’obiettivo del 3 per cento è stato fissato nel quadro della strategia di Lisbona, adottata dal Consiglio europeo straordinario del marzo 2000, fondata sull’obiettivo strategico di rafforzare l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di un’economia fondata sulla conoscenza. Passando al capitolo dell’energia, i capi di stato e governo spingeranno i co-legislatori dell’Ue – Parlamento e Consiglio – “a raggiungere rapidamente un accordo su tutte le proposte pertinenti per accelerare la transizione verde e a portare avanti i lavori senza ritardi sulla proposta di revisione dell’assetto del mercato interno dell’energia elettrica dell’UE al fine di garantirne l’adozione entro la fine del 2023”, si legge. Bruxelles ha presentato lo scorso 14 marzo la proposta di riforma del mercato elettrico spingendo sui contratti a lungo termine per garantire stabilità ai prezzi per i consumatori, evitando di proporre anche il disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità per evitare l’effetto contagio.
Rispetto alla bozza di conclusioni del 13 marzo scorso, è stato aggiunta la richiesta a finalizzare l’accordo “entro la fine del 2023” (la versione precedente recitava genericamente di “portare avanti i lavori senza ritardi sulla proposta di revisione della struttura del mercato interno dell’energia elettrica dell’Ue”). Alle conclusioni, i capi di stato e governo affideranno inoltre l’invito alla “Commissione e gli Stati membri a garantire la preparazione e la pianificazione di emergenza in vista del prossimo riempimento degli stoccaggi di gas”, esortando “tutte le parti interessate a fare pieno uso del meccanismo di acquisto congiunto di gas”.