Bruxelles – Prorogare di un altro anno, fino al 31 marzo 2024, le misure di emergenza per tagliare i consumi di gas del 15 per cento rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, è arrivata oggi (20 marzo) la proposta formale della Commissione europea ai governi di estendere per altri dodici mesi la normativa di emergenza sul taglio ai consumi in scadenza il prossimo 31 marzo. Saranno ora i ministri dell’energia a doversi pronunciare sulla proroga al Consiglio dell’energia in programma il 28 marzo a Bruxelles.
Un accordo politico raggiunto dai governi lo scorso 26 luglio, nel pieno della crisi energetica dovuta ai tagli alle forniture da parte della Russia, che secondo la Commissione europea ha contribuito a generare un risparmio del 19 per cento dei consumi di gas, pari a 41,5 miliardi di metri cubi tra agosto 2022 e gennaio 2023. Per la Commissione europea è importante mantenere le norme per un altro anno “per evitare problemi di sicurezza dell’approvvigionamento il prossimo inverno”.
Il regolamento di emergenza prevede la riduzione volontaria della domanda di gas del 15 per cento (rispetto alla media dei consumi degli ultimi cinque anni) tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, pari a 45 miliardi di metri cubi di gas. L’obiettivo di riduzione della domanda può diventare obbligatorio di fronte alla dichiarazione di uno “stato di allerta a livello europeo”, ovvero in caso di “rischio sostanziale” di una grave carenza di gas che può suonare il Continente. Rispetto alla normativa originaria, la Commissione propone che Esecutivo e Stati membri monitorino e comunichino i dati sui risparmi per settore ogni mese, anziché la domanda totale di gas ogni due mesi. Ciò aiuterà gli Stati membri ad attuare misure più mirate in futuro, se necessario.
L’analisi della Commissione, pubblicata a supporto della sua proposta, osserva che, nonostante i livelli elevati degli stoccaggi, i mercati globali del gas rimarranno “tesi nei prossimi mesi”, con una serie di possibili rischi e sfide (come le condizioni meteorologiche, domanda globale di GNL e condizioni macroeconomiche). Per compensare pienamente la diminuzione permanente del gas russo (di cui l’Ue importa ora circa il 7 per cento, a fronte di una quota di volumi del 42 per cento pre-guerra), “è necessaria una continua riduzione della domanda di gas per integrare l’ulteriore GNL e gasdotto proveniente da altri paesi e la nuova capacità rinnovabile installata dall’inizio del 2022”, si legge. L’esecutivo comunitario conclude che continuare la riduzione del 15 per cento ad aprile per un altro anno sarebbe sufficiente per raggiungere il tasso di riempimento degli stoccaggi di gas del 90 per cento entro il primo novembre, come stabilito dai governi in un altro regolamento di emergenza.
“Abbiamo compiuto buoni progressi nella diversificazione dell’offerta e ridotto la nostra dipendenza dalla Russia, ma si prevede che i mercati globali del gas rimarranno tesi nei prossimi mesi”, ha messo in guardia la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson. “La continua riduzione della domanda di gas ci garantirà la preparazione per il prossimo inverno e ci consentirà di raggiungere più facilmente l’obiettivo del 90 per cento di stoccaggio del gas entro il primo novembre”.