Bruxelles – Contratti a lungo termine e per differenza, investimenti nelle rinnovabili e più tutele per i consumatori dai forti picchi di prezzo. La Commissione europea mette oggi (14 marzo) sul tavolo dei governi e del Parlamento europeo la sua proposta di riforma del mercato elettrico dell’Ue, come parte del Piano industriale per il Green Deal annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen nei mesi scorsi per consentire all’industria e ai consumatori di rendere le bollette energetiche più indipendenti dai prezzi di mercato a breve termine, accelerare la diffusione di energie rinnovabili e proteggere i consumatori dall’estrema volatilità dei prezzi.
A livello legislativo, la Commissione europea sceglie di avanzare una proposta di regolamento che prevede la revisione delle regole sull’energia elettrica, la direttiva sull’energia elettrica e il regolamento REMIT. Bruxelles – dopo tante misure di emergenza sull’energia – sceglie stavolta la procedura legislativa ordinaria, per cui Parlamento e Consiglio (i due co-legislatori dell’Ue) dovranno approvarla trovando un accordo di compromesso. E’ a loro che si è rivolta la commissaria per l’energia, Kadri Simson, in conferenza stampa a Strasburgo, presentando le proposte ed esortando i co-legislator a chiudere l’accordo entro l’anno. “Sono convinta che tratteranno la proposta di riforma del mercato elettrico come una priorità legislativa, non abbiamo molto tempo, alcune parti della proposta possono aiutarci già per il prossimo anno”, ha chiarito la commissaria.
La proposta di riforma è molto meno strutturale e audace di quanto inizialmente previsto e richiesto da Paesi come la Francia, la Spagna e anche l’Italia. A frenare di più su una riforma strutturale del mercato una coalizione di Paesi Ue guidati dalla Germania e dai Paesi Bassi, che nei mesi di consultazione con Bruxelles hanno spinto per un intervento più mirato. Come era emerso già dalle bozze, è confermata l’assenza di una proposta di disaccoppiamento (‘decoupling’) dei prezzi del gas da quelli dell’elettricità per evitare l’effetto contagio, anche se Commissione punta a ottenere lo stesso risultato – ovvero ridurre l’impatto dei prezzi dei combustibili fossili sul mercato – orientando il mercato sui contratti a lungo termine, sia accordi di acquisto di elettricità a lungo termine (Ppa) sia i contratti per differenza (Cfd), per garantire più stabilità con i prezzi.
“L’attuale quadro si è concentrato troppo sui mercati a breve termine”, ha spiegato Simson, dettagliando le misure approvate dal collegio. L’esecutivo di Bruxelles è convinto che la prevalenza del mercato a breve termine nel sistema energetico dell’Ue abbia anche amplificato gli effetti dell’aumento del prezzo del gas “ed è stato fonte di diversi problemi durante la crisi”. La Commissione si è però impegnata a non toccare il design del mercato, lasciando intatto il sistema con cui vengono fissati i prezzi dell’energia nei mercati all’ingrosso.
Tra le misure per ridurre l’impatto della volatilità del mercato a breve termine sulle bollette, i consumatori potranno richiedere ai fornitori di elettricità di stipulare contratti a lungo termine a prezzo fisso, o in alternativa ricorrere a contratti a prezzo dinamico con i fornitori se vogliono sfruttare la variabilità dei prezzi per utilizzare l’elettricità quando è più economica (ad es. per ricaricare auto elettriche o utilizzare pompe di calore). Gli Stati membri dovranno inoltre indicare dei fornitori di ultima istanza, in modo che nessun consumatore resti senza elettricità, anche in caso di fallimento.
Sul fronte della stabilità dei prezzi la Commissione interviene in particolare facilitando la diffusione di contratti a lungo termine più stabili come i contratti d’acquisto dell’elettricità (Power Purchase Agreement, Ppa) – un tipo di contratto a lungo termine per acquistare direttamente l’elettricità da un generatore senza affidarsi al mercato-, fornendo garanzie statali per tali contratti per superare gli attuali ostacoli alla loro diffusione. Per incentivare gli investimenti, la proposta prevede che il sostegno pubblico diretto alla produzione di energia elettrica rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica, geotermica) e nucleare deve avvenire attraverso un contratto per differenza (CfD) a due vie o bilaterale, in cui ovvero ai produttori viene pagato un “prezzo di esercizio” fisso per la loro elettricità, indipendentemente dal prezzo nei mercati dell’energia a breve termine. Ad ogni modo, spiega l’esecutivo, gli Stati membri sono obbligati a convogliare i ricavi in eccesso verso i consumatori. Tra le altre cose, la proposta di riforma consente agli Stati membri di estendere i prezzi al dettaglio regolamentati alle famiglie e alle PMI in caso di crisi e sempre di fronte a una crisi dei costi dell’energia, la proposta prevede il via libera ai governi a fissare temporaneamente il prezzo fino all’80% dell’elettricità dei consumi.
Consumers are at the heart of our electricity market reform.
The reform we present will reduce the impact of gas on electricity bills.
And bring the benefit of low-cost renewable energy closer to the consumers. pic.twitter.com/z6mZJEalEt
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 14, 2023