Bruxelles – Sulla riforma del patto di stabilità l’Ue è in ritardo. Le regole comuni di bilancio resteranno sospese per tutto il 2023, e l’intenzione dichiarata è quella di riportarle in vigore con il prossimo anno, a patto che ci sia una nuova versione del patto che al momento si fa fatica a intravedere. “Ci sono ancora diverse opinioni, ed è per questo che il processo prenderà ancora del tempo”, ammettono alti funzionari europei, che si dicono convinti del fatto che alla fine “ci sarà un accordo sulla riforma, ma sul tipo di riforma è ancora difficile capire“. Sono gli Stati ad avere visioni diverse, eppure il Consiglio, l’istituzione Ue che rappresenta i 27 Paesi membri, imputa alla Commissione ritardi che non aiutano. Si contesta in particolare la proposta di linee guida di bilancio per il 2024, presentante la settimana scorsa. “Troppo tardi”, criticano a Bruxelles: “Non si possono presentare a così pochi giorni da Eurogruppo ed Ecofin”.
C’è da dire che l’esecutivo comunitario ha messo sul tavolo le idee di nuovo patto di stabilità a inizio novembre. Sono passati quattro mesi, e da allora però non ha ottenuto alcun riscontro. In attesa di un patto riformato che non c’é, si è avvertita la necessità di proporre il modo di operare per il prossimo anno, ribadendo l’impostazione di novembre. “Non c’è nulla di veramente nuovo in questa proposta”, riconoscono gli stessi funzionari. A Bruxelles comunque si respinge la tesi per cui il Consiglio stia mettendo pressione alla Commissione per assenza di risposte: “Abbiamo sempre detto al collegio di fare in fretta – criticano alcune fonti -. Invece non rispettano mai una scadenza, tanto che ormai quando annunciano un giorno per presentare qualcosa finché non vediamo non crediamo”.
Di fronte a un tema non semplice e un dossier comunque delicato, si assiste ad un rimpallo di responsabilità per un tema che continua a dividere soprattutto le capitali. Ve n’è consapevolezza in Consiglio, dove in materia “le conclusioni ci sono, ma sono fragili perché il tema è delicato”, ammette un alto funzionario. “Non ci illudiamo: siamo ancora all’inizio del dibattito“, e quindi “servirà ancora del tempo prima di avere una posizione unitaria”. Allo stesso tempo però, si punta il dito contro il team von der Leyen. “Aver ricevuto la proposta di linee guida per il 2024 così a ridosso delle riunioni dei ministri dell’Economia e delle finanze riflette anche le divisioni in seno al collegio dei commissari”.
L’Ue dunque si mostra litigiosa e in preda a conflitti inter-istituzionali, oltre che intra-istituzionali. Non un buon segnale. La Commissione intanto attende i leader. E’ stato chiarito che si vogliono gli input dai capi di Stato e di governo che si ritroveranno nella capitale dell’Ue a fine mese.