Bruxelles – Notizie non buone per l’Europa, e ancor meno per l’Italia, sul fronte dell’immigrazione. I flussi non si arrestano, e in alcuni casi aumentano. Solo nei primi due mesi del 2023 il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere segnalati dalle autorità nazionali è salito a 28.130 che è “più o meno in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso“, rileva Frontex, l’agenzia di guardia costiera e di frontiera dell’Ue. Le rotte del Mediterraneo centrale e dei Balcani occidentali “restano le più attive”. La prima interessa da vicino l’Italia, la seconda la Grecia, e i numeri non sorridono al governo Meloni che tanto vorrebbe fermare le partenze.
Tra gennaio e febbraio, rileva Frontex, il Mediterraneo centrale è stata la rotta “più attiva” di questo primo scorcio dell’anno con quasi 12mila attraversamenti irregolari delle frontiere, complessivamente il doppio rispetto a un anno fa. Considerando il solo dato di febbraio, il numero di rilevamenti su questa rotta è triplicato da un anno fa, arrivando a quota settemila. Lungo questa rotta arrivano soprattutto ivoriani, nazionali della Guinea e pakistani.
Attualmente più di 2.400 ufficiali del corpo permanente e personale di Frontex partecipano a varie attività operative, sostenendo gli Stati membri dell’Ue e i paesi limitrofi con migrazione irregolare e altre sfide alle frontiere esterne. Ma a quanto pare non si riesce ad arginare il fenomeno. Almeno non del tutto.
Perché la rotta migratoria dei Balcani occidentali hanno registrato “una significativa diminuzione degli attraversamenti a febbraio” (-28 per cento). Un dato che secondo Frontex si spiega “grazie all’allineamento della politica dei visti della Serbia con i requisiti dell’Ue”. Tuttavia, rimane la seconda rotta migratoria più attiva verso l’Unione europea con quasi 8.400 rilevamenti.