dall’inviato a Roma – “Aver cambiato il nome del ministero non significa chiuderci al mondo, ma avere la libertà di mangiare quello che vogliamo”. Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, difende le scelte del governo e della maggioranza. Aver aggiunto la dicitura ‘sovranità alimentare’ al dicastero per l’Agricoltura, vuol dire difendere la tradizione del Paese, che è una storia di eccellenza, e rispondere ai diktat dell’Unione europea. “Non mangerei mai una pizza margherita con farina di grillo, anche se farina di grillo è diversa da carne sintetica, perché farino di grillo almeno è naturale”, scandisce partecipando all’evento di WITHUB: ‘L’evoluzione dell’agroalimentare italiano ed europeo’. Una chiara risposta alle scelte della Commissione europea in materia di cibo e alimentazione.
“Noi non siamo per l’omologazione”. Il modello agro-alimentare che predica l’Unione europea “non si coniuga con il nostro sistema”, continua il sottosegretario. Coglie l’occasione per andare all’attacco delle nuove politiche in materia di etichettatura dei vini. “Dove sta scritto che il vino fa male? E’ chiaro che fa male con l’abuso”. Il governo italiano, chiarisce, non è contro l’Europa, ma l’azione della maggioranza “dipende da quello che ci impone l’Europa”. Perché, rincarando la dose, “se interlocuzione con Ue significa dire sempre sì, allora non va”. Nel confronto sui dossier agro-alimentari “ci sono temi su cui siamo determinati come il Nutriscore o la carne sintetica, regole che ci impoveriscono dal punto di vista produttivo“.
Niente farina di grillo, e men che mai cibi sintetici. L’Italia tiene il punto. “L’agricoltura è centrale per il nostro sistema produttivo nazionale”. Lo dicono i numeri, che La Pietra offre ai partecipanti all’evento di Withub. “Rappresenta quasi il 25 per cento del Prodotto interno lordo nazionale”. Rappresenta, per dirla come lo dice il sottosegretario, “il nostro ‘oro verde’”. Per questo non si vuole mettere mano ad un settore strategico.
Ma strategico è anche rimettere mano al sistema idrico nazionale. La siccità di questa estate e che si ripropone in questi giorni, ricorda che “noi stiamo pagando questa mancanza di attenzione, di programmazione, di assenza di opere”. Il problema della siccità, sottolinea, “dipende da un cambiamento climatico che da soli non possiamo cambiare, ma a livello di infrastrutture avremmo potuto farlo”. La considerazione di La Pietra è quella di un Paese in ritardo. “Se fossero state realizzate infrastrutture idriche il problema non lo avremmo magari risolto, ma sicuramente attenuato”. Ecco perché “bisogna muoversi, con un piano che possa creare infrastrutture, semplificazione e cabina di regia“.