Bruxelles – Una transizione uguale per tutti i settori della filiera agroalimentare è necessaria, ma non per questo meno complessa. Il percorso dell’Unione europea verso la sostenibilità agroalimentare – un principio di cui tanto si discute ma di cui manca una definizione vera e propria – è stato al centro della tavola rotonda dal titolo “Sustainability: different roles, same goals”, organizzata da ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) per presentare gli obiettivi del “Programma Sostenibilità ASSICA”, che si è tenuta ieri a Bruxelles.
Una transizione verso la sostenibilità della filiera agroalimentare che è risultata essere molto “più complessa di quanto ci aspettassimo”, ha ammesso Sandra Gallina, direttrice generale della DG SANTE della Commissione europea, aprendo i lavori della tavola rotonda. L’Unione europea “ha poco tempo, il percorso verso la sostenibilità dovevamo iniziarlo ieri”, ha incalzato. Ma ammette anche che da quando la Commissione europea ha presentato i pilastri della sua transizione agroalimentare – come la Strategia ‘Farm to Fork’ – la transizione è diventata molto più difficile del previsto e l’Ue è stata costretta a rallentare la corsa. Più complessa in parte a causa della guerra di Russia in Ucraina, che ha travolto anche l’Ue e la sua filiera agroalimentare fortemente legata sul piano dell’export e dell’import tanto all’Ucraina quanto alla Russia. La guerra e la necessità di mantenere alti i livelli di produzione in Europa (per mitigare gli effetti della riduzione delle importazioni) hanno portato Bruxelles a mettere in pausa alcune misure ambientali utili alla transizione.
La funzionaria conferma il lavoro della Commissione europea per presentare entro l’anno un quadro normativo articolato per la sostenibilità dei sistemi agroalimentari. “Dovrebbe essere pronto per l’autunno ma è un lavoro immenso e soprattutto ci sono ancora divisioni se debba essere pieno di dettagli oppure una normativa generica”, ha spiegato. Secondo l’ultimo ordine del giorno della Commissione – sempre suscettibile a modifiche – il pacchetto dovrebbe essere in calendario per il 7 giugno per comprendere la legge sulla salute del suolo, il regolamento sulle piante prodotte da nuove tecniche genomiche, la revisione degli aspetti relativi ai rifiuti alimentari e ai tessuti della direttiva quadro sui rifiuti dell’UE e la revisione della legislazione sulle sementi e su altri materiali riproduttivi vegetali e forestali. Stando alle parole di Gallina l’iniziativa dovrebbe slittare in avanti.
La sostenibilità non può essere di un solo settore, ma deve toccarli tutti. E su questa linea si pone anche Michael Scannell, vicedirettore della DG Agri della Commissione europea, secondo cui bisogna “essere ambiziosi e abbracciare la transizione, la sostenibilità non può essere solo per un settore ma deve esserlo per tutti”. E sul fronte della sostenibilità la Commissione europea lavora anche dal punto di vista commerciale, è intenzionata a portare avanti e concludere entro la fine del mandato (in scadenza nel 2024) “molti accordi commerciali, sul tavolo c’è la possibilità di concludere l’accordo con il blocco del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay)”, ha confermato poco dopo Leopoldo Rubinacci, Vicedirettore della DG TRADE della Commissione europea. L’accordo con il Mercosur, dopo un’intesa politica raggiunta nel 2019, è rimasto poi in sospeso per via della nuova agenda verde e sostenibile dell’Ue. Il vicedirettore della DG della Commissione ha confermato che la Commissione lavora per velocizzare il negoziato con l’Australia. “Non c’è sostenibilità senza competitività”, ha concluso.
percorso per la sostenibilità è quello che ha scelto Assica che alle istituzioni di Bruxelles ha presentato un ‘Programma per la sostenibilità’. Un Programma, ci ha spiegato il direttore generale Davide Calderone, perché l’idea è quella di aggiornarlo e arricchirlo nel corso del termpo. “Siamo molto soddisfatti di aver presentato il nostro programma di sostenibilità alle Istituzioni europee. Assica è impegnata in questo, rappresentiamo il settore delle carni suine e dei salumi italiani e da anni abbiamo intrapreso il percorso di sostenibilità che è fatto di buone pratiche raccolte nelle aziende, ma anche di impegni delle stesse aziende e dell’associazione a creare una cultura della sostenibilità”, ha raccontato a Eunews a margine dell’evento.
Questo percorso, ha spiegato, tiene conto dei tre pilastri della sostenibilità: la dimensione economica, sociale e ambientale. “Abbiamo fatto riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, individuando con le nostre aziende principali gli obiettivi (‘goals’) fissati che più possono essere raggiunte da parte delle aziende con le loro attività. Abbiamo raccolto dunque delle buone pratiche che vengono fatte nelle aziende in maniera spontanea e ci siamo fatti carico di essere dei portatori di novità e formazione alle aziende, per creare una cultura della sostenibilità”. Ha aggiunto che sulla dimensione ambientale della sostenibilità l’Associazione ha lavorato “con la filiera per quanto riguarda il benessere animale e le attività che possono essere messe in campo per migliorare questo aspetto”. Ma allo stesso tempo abbiamo favorito l’adozione di pratiche di risparmio energetico, di utilizzo di rinnovabili o anche di uso degli scarti di produzione per fini energetici”. L’insieme delle pratiche rappresenta “un Programma di sostenibilità perché ha l’ambizione di essere in futuro arricchito con altre iniziative”, ha concluso.