Bruxelles – I parametri per debito e deficit non si cambiano, perché una loro riscrittura implica la modifica dei trattati sul funzionamento dell’Ue in cui sono incardinati. Ma il modo di soddisfare il tetto del 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil e quello del 60 per cento nel rapporto debito e Pil può essere cambiato. Attraverso traiettorie di riduzioni diversificate, a seconda “delle sfide del Paese”, e percorsi di riforma veri, serrati, credibili, legati ai piani messi a punto dai governi. La Commissione europea presenta le sue proposte per le regole comuni di bilancio, linee guida su come si vede il nuovo regime a partire dal 2024, quando si disattiverà la clausola che ha sospeso il patto di stabilità e crescita sulla scia della crisi pandemica.
Di base l’esecutivo comunitario conferma l’impianto già reso pubblico nei mesi scorsi. Maggiore flessibilità nella sistemazione dei conti, con maggiori controlli e meno tolleranza sulle riforme. Tutto viene rimandato a dopo la riunione dei capi di Stato e di governo di fine mese, ma intanto il team von der Leyen mette in chiaro alcune cose. La prima: con le regole comuni sospese si suggerisce di evitare di prendere ogni decisione su deficit eccessivo questa primavera, e di tornare direttamente sull’argomento l’anno prossimo, nella primavera 2024, sulla base delle nuove regole. Una scelta che si spiega con “l’incertezza economica ancora elevata”, chiarisce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. E’ in ragione di ciò che “abbiamo deciso di non aprire alcuna Procedura per Deficit Eccessivo fino alla primavera del 2024″.
La Commissione dunque conferma questo approccio ‘di compromesso’ tra quegli Stati tradizionalmente più attenti alla disciplina di bilancio e quelli che invece non hanno mai fatto del rigore il proprio faro. Per tutti, poi, il pro-memoria è lo stesso: “Tutti gli Stati membri” dovrebbero continuare a proteggere gli investimenti finanziati a livello nazionale e garantire l’uso “efficace” dei fondi nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell’Ue, “in particolare per le transizioni verde e digitale”.
In estrema sintesi, “i governi dovrebbero perseguire politiche di bilancio prudenti, proteggere gli investimenti pubblici ed eliminare gradualmente le misure di sostegno energetico, a partire da quelle meno mirate”, insiste Gentiloni. Gli fa eco Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone. “ Garantire finanze pubbliche solide e di alta qualità costituirà una buona base per portare avanti le transizioni verde e digitale e rafforzare la nostra competitività”.