Bruxelles – Un mattoncino per volta, prende corpo l’embrione del tribunale internazionale speciale che giudicherà i colpevoli del crimine d’aggressione commesso in Ucraina. L’accordo firmato venerdì 3 marzo a Leopoli, che darà vita al Centro Internazionale per il Perseguimento del Crimine di Aggressione contro l’Ucraina (Icpa), “è uno step importante in quella direzione”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea responsabile per la giustizia e lo stato di diritto, Christian Wigand.
Alla Conferenza “Uniti per la Giustizia” di Leopoli, a cui ha partecipato anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, i membri della Squadra investigativa congiunta (Lituania, Polonia, Ucraina, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Romania, oltre alla Corte penale Internazionale e all’agenzia Ue Eurojust) hanno formalmente dato il via all’istituto incaricato di collezionare, analizzare e conservare le prove per i futuri processi contro la leadership politica di Mosca, che si è macchiata del crimine d’aggressione ai danni di Kiev. Per il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, anche lui presente a Leopoli, l’Icpa sarà operativo dal prossimo luglio: “Ha la massima priorità, tutti gli attori coinvolti stanno lavorando con rapidità perché entri in funzione”, ha confermato il portavoce Christian Wigand. Per poter archiviare le prove, Eurojust ha annunciato lo scorso 23 febbraio la messa in moto del Core International Crimes Evidence Database (Ciced), una banca dati giudiziaria su misura che supporterà le indagini nazionali e internazionali.
Per far pagare la Russia per i crimini commessi, oltre alle indagini ci sarà bisogno però di un vero processo. La Corte penale Internazionale (Icc) esercita la sua giurisdizione nei casi di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità, ma per quello di aggressione è competente solo nei confronti dei Paesi che hanno ratificato gli emendamenti allo Statuto di Roma, che nel 2010 stabilirono le effettive possibilità della Corte di attivarsi a procedere sui crimini di aggressione. Né l’Ucraina né la Russia li hanno ancora ratificati (né hanno mai ratificato lo Statuto originario). Ma questo non è l’unico ostacolo: “Nella situazione giuridica attuale, il crimine di aggressione non può essere perseguito senza l’ok della Russia nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite“, ha ricordato ancora Wigand.
Per questo una delle strade percorribili sembra la creazione di un tribunale speciale, ed è su questo punto che si stanno concentrano i negoziati, con varie ipotesi allo studio. “Voglio sottolineare – ha ricordato il commissario Reynders a Leopoli – il mio pieno sostegno alla possibilità di estendere in futuro la giurisdizione dell’ Icc sul crimine di aggressione: un tale sviluppo non potrebbe che essere un contributo positivo all’ordine internazionale basato sulle regole”.
A prescindere dalla forma che prenderà il tribunale che sarà chiamato a giudicare il Cremlino, l’Icpa preparerà nella sua sede de L’Aia le accuse per i futuri processi, “siano essi nazionali o internazionali”. Roberta Metsola ha applaudito l’accordo firmato a Leopoli con un tweet, in cui ha ribadito con fermezza che “gli aggressori dovranno essere consegnati alla giustizia”.