Bruxelles – L’onda di estrema destra non c’è stata. I risultati delle elezioni parlamentari in Estonia di ieri (5 marzo) sono stati quasi un plebiscito a sostegno della politica fortemente pro-Ucraina e anti-Russia portata avanti dalla prima ministra, Kaja Kallas, in particolare nell’ultimo anno, da quando l’esercito del Cremlino ha iniziato l’invasione illegale del Paese confinante. E, di riflesso, è stata una netta sconfitta per l’opposizione di estrema destra del Partito Popolare Conservatore Estone (Ekre), che proprio delle critiche al sostegno incondizionato all’Ucraina da parte della premier aveva fatto la sua bandiera in campagna elettorale.
Quello che emerge dalle urne è un rafforzamento del Partito Riformatore Estone, che ha conquistato quasi un terzo dei voti validi (31,2 per cento, con una crescita di 2,3 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2019). Questo significa che al Riigikogu – il Parlamento nazionale – il partito della premier Kallas potrà contare su 38 seggi su 101, ma anche su una nuova alleanza liberale. Dopo gli eventi che hanno portato al rimpasto dil governo nel luglio dello scorso anno, il Partito di Centro è crollato al 15,3 per cento (-7,8 rispetto al 2019), molto probabilmente proprio per le posizioni filo-russe del suo leader ed ex-premier Jüri Ratas. Per la prima volta entrerà invece all’Assemblea monocamerale estone il partito Estonia 200, che ha visto un’esplosione elettorale dal 4,4 al 13,3 per cento e che ha già espresso l’intenzione di aderire al gruppo di Renew Europe al Parlamento Ue.
Il contraltare è stata una chiara sconfitta dell’estrema destra guidata dall’ex-ministro delle Finanze Martin Helme (ai tempi del governo Ratas), ancor più se si tengono in considerazione le previsioni della vigilia che la vedevano in ascesa. Il 16,1 per cento alle urne garantisce sì a Ekre di diventare il secondo partito al Parlamento, ma perdendo due seggi rispetto alla legislatura appena terminata (17 in totale). Il leader del partito che al Parlamento Ue siede tra le fila di Identità e Democrazia è arrivato a lanciare accuse infondate di brogli elettorali, dopo che il voto elettronico ha confermato la vittoria di larga misura del partito di governo.
In una società altamente digitalizzata sul piano della pubblica amministrazione il voto elettronico ha rappresentato per la prima volta nella storia elettorale del Paese la maggioranza di quelli espressi – 313.514 contro i 301.495 cartacei – trascinando l’affluenza record al 63,7 per cento (+50 mila elettori rispetto al 2019). Sugli scudi invece i socialdemocratici al 9,3 per cento (-0,8), e nuova sconfitta per il popolari di Isamaa con l’8,2 per cento (-3,2). Fuori dal Parlamento i Verdi, la Sinistra filo-russa e il nuovo partito di centro-destra Parempoolsed.
La soddisfazione a Bruxelles per il voto in Estonia
C’è aria di vittoria per tutti gli europeisti a Bruxelles, dal momento in cui la premier liberale Kallas è stata in questo anno di guerra russa in Ucraina una delle leader più forti e determinate a sostegno di Kiev, come ha dimostrato chiaramente nel suo intervento alla sessione plenaria dell’Eurocamera a nemmeno due settimane dall’inizio dell’invasione. “Felicissima per la mia amica Kaja Kallas dopo la vittoria alle elezioni”, si è subito congratulata la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, del Partito Popolare Europeo, sottolineando che “sin dall’inizio della guerra è stata una voce forte per il nostro sostegno all’Ucraina” e grazie al risultato delle urne si potrà continuare a “lavorare insieme per la pace con giustizia, per la sicurezza”. Anche il numero uno del Consiglio Ue, Charles Michel, ha ribadito – in estone – di non vedere l’ora di rafforzare “la nostra stretta collaborazione” già a partire dal vertice dei leader Ue del 23-24 marzo.
Delighted for my friend @kajakallas after today’s victory in the Estonian elections.
Since the beginning of the war, Kaja Kallas has been a strong voice for our support to Ukraine.
We will keep on working together: for peace with justice, for security.
Palju õnne, Kaja 🇪🇺🇪🇪 pic.twitter.com/HI0PY75OlK
— Roberta Metsola (@EP_President) March 5, 2023
Grande soddisfazione in particolare tra le fila di Renew Europe, per quella che al momento è a tutti gli effetti la capa di governo più rappresentativa e autorevole tra i liberali europei. “Siamo felici della straordinaria vittoria di Kaja Kallas”, ha commentato il gruppo, esprimendo le congratulazioni “ai nostri partiti liberali in Estonia”. Un voto che rappresenta “un duro colpo per Vladimir Putin e per gli sforzi dell’estrema destra“, è l’attacco che arriva da Bruxelles contro i tentativi di indebolire “un’Estonia forte nel cuore dell’Europa unita”.
Parole simili a quelle espresse dal capo-delegazione italiano, Nicola Danti: “Vince l’Europa unita, un altro duro colpo a Putin”, è quanto scrive su Twitter l’eurodeputato di Italia Viva, parlando di “un trionfo” dell’europeismo e il riformismo “sulla destra populista”. Una vittoria per tutta Renew Europe in Estonia “e si continua”, è invece l’esortazione dell’eurodeputato e segretario generale del Partito Democratico Europeo, Sandro Gozi.
In Estonia europeismo e riformismo trionfano sulla destra populista.
Davvero una bella notizia la vittoria del Partito Riformatore, di @RenewEurope, guidato dalla mia bravissima amica ed ex collega @kajakallas. Complimenti!
Vince l'#Europa unita. Un altro duro colpo a #Putin
🇪🇪🇪🇺— Nicola Danti (@DantiNicola) March 6, 2023