Bruxelles – Meglio tardi che mai, si dice. Ma per gli storici vetrai di Murano, potrebbe essere troppo tardi: ecco perché la Commissione Europea ha approvato oggi (primo marzo) il piano del governo italiano da un milione e mezzo di euro per supportare la millenaria industria del vetro della Laguna, colpita duramente dai rincari energetici dovuti alla guerra in Ucraina.
Il pacchetto di sostegno alle vetrerie veneziane è stato approvato sotto l’ombrello del Quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di stato, che consente agli Stati membri di continuare ad avvalersi della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’invasione russa all’Ucraina. Lo scorso 28 ottobre, l’esecutivo Ue ha prorogato tutte le misure prevista dal quadro temporaneo fino al 31 dicembre 2023. L’obiettivo del pacchetto è “sostenere il fabbisogno di liquidità delle piccole e medie imprese nell’isola di Murano e attive nel settore della ceramica artistica e del vetro”, che risentono particolarmente del forte aumento dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica legato all’attuale crisi geopolitica.
“Finalmente un segnale di responsabilità dall’Ue”, ha commentato l’europarlamentare leghista Paolo Borchia, originario della provincia di Verona. L’auspicio è che questi aiuti, “sommati ai 3 milioni di fondi già stanziati dalla Regione del Veneto, vadano ad alleggerire la situazione davvero drammatica delle piccole e medie imprese veneziane”. Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato lo stanziamento immediato di risorse dai fondi regionali, prima di dirsi “felice che l’Europa abbia finalmente battuto un colpo, dando un segno per salvare un settore unico e fondamentale quale è il vetro artistico di Murano”.
Ma le sovvenzioni dirette previste dal piano del governo italiano basteranno per mantenere accese le fornaci? Il punto è che il distretto del vetro di Murano lotta da tempo per la sopravvivenza, e i rincari energetici dell’ultimo anno sono solo l’ultima minaccia agli artigiani dell’isola. La concorrenza cinese, i falsi, le direttive europee sulla riduzione di emissioni e inquinamento che hanno imposto di rivedere tecniche produttive secolari: un mix letale, che ha messo in ginocchio tutto il settore. I costi dell’energia alle stelle hanno già mietuto centinaia di vittime, perché le fornaci delle vetrerie, una volta accese, vanno mantenute costantemente in temperatura: nel 2022, un’indagine dell’Istituto per il Lavoro registrava la sopravvivenza di circa 60 aziende vetrarie, contro le 266 presenti nel 1996.