Bruxelles – Italia-Europa, nuovo scontro sui migranti. Il governo accusa l’Agenzia di guardia costiera dell’Ue, Frontex, di non aver dato il sostegno necessario, con quest’ultima che addossa tutte le responsabilità per il naufragio al largo delle coste di Crotone alle autorità nazionali. In quell’occasione, denuncia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in audizione alla commissione Affari Costituzionali della Camera, Frontex “non aveva segnalato situazioni pericolose evidenziando una sola persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità”. Immediata la replica dell’Agenzia. In una nota Frontex ricorda che “sono sempre le autorità nazionali competenti a classificare un evento come ricerca e soccorso“. Non c’è stata alcuna segnalazione di pericolo perché non spetta all’organismo europeo stabilirne l’esistenza.
Frontex conferma che “nelle ultime ore di sabato”, un aereo che monitorava l’area di ricerca e soccorso italiana nell’ambito dell’operazione congiunta Themis ha avvistato un’imbarcazione diretta verso la costa italiana. “Una persona era visibile sul ponte. La barca navigava da sola e non c’erano segni di pericolo”. Tuttavia, continua l’Agenzia, le termocamere a bordo dell’aereo Frontex hanno rilevato “una significativa risposta termica dai portelli aperti a prua e altri segni che potrebbero esserci persone sotto il ponte”. Ciò ha destato “i sospetti” degli esperti di sorveglianza di Frontex, che hanno “immediatamente informato” dell’avvistamento il Centro di coordinamento internazionale dell’operazione Themis e “altre autorità italiane competenti, fornendo la posizione dell’imbarcazione, le immagini a infrarossi, la rotta e la velocità”.
L’Italia dunque sapeva della situazione a largo delle coste di Crotone, tanto è vero che due motovedette della Guardia costiera sono salpate per poi rientrare in porto a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Frontex, nel rispondere alle accuse che arrivano dall’Italia, fa notare che nonostante le comunicazioni di sabato sera, “l‘operazione di salvataggio è stata dichiarata nelle prime ore di domenica”, lasciando dunque l’imbarcazione in balia delle acque per tutta la notte.
A rincarare la dose ci si mette anche la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johannson. “Fornire assistenza alle persone trovate in pericolo in mare e portarle a un punto di sbarco sicuro è un obbligo legale sancito dal diritto internazionale consuetudinario e convenzionale e dal diritto dell’Ue”. Precisazioni contenute nella risposta a un’interrogazione parlamentare. “Tale assistenza è fornita indipendentemente dalle circostanze che portano le persone in una situazione di disagio“. Viene inoltre ricordato una volta di più all’Italia che con le attuali regole “la Commissione non ha competenza nel coordinare o avviare operazioni di ricerca e salvataggio, né nella designazione di luoghi sicuri per lo sbarco”. Spetta tutto ai Paesi, in questo caso l’Italia, dover agire.