Bruxelles – La questione delle concessioni balneari in Italia approda sul Financial Times. Il prestigioso quotidiano finanziario britannico oggi scrive che il Paese “potrebbe affrontare un’estate calda” poiché il governo di Giorgia Meloni “ha ritardato la promessa revisione del controverso sistema di gestione delle spiagge italiane, da anni al centro delle tensioni tra Roma e Bruxelles”, scrive la corrispondente dall’Italia Amy Kazmin.
Le coste italiane, ricorda il quotidiano, sono appannaggio di circa 30.000 concessionari che fanno pagare l’accesso alla spiaggia. L’Unione Europea ha chiesto di “chiudere questo racket – scrive FT – e di aprirlo alla concorrenza”.
Bruxelles da anni contesta la mancanza di trasparenza e di concorrenza nell’assegnazione delle concessioni balneari. Inoltre, “non è soddisfatta – scrive Ft – del fatto che le agenzie governative italiane, che soffrono di problemi di liquidità, compresi i Comuni, ottengano entrate così esigue dal lucroso uso privato delle coste pubbliche“.
Il giornale finanziario non poteva non citare Mario Draghi, per dire che con il suo governo si era impegnato ad aprire aste per le nuove assegnazioni già quest’anno. Il problema secondo Ft è però che “pochi parlamentari credono davvero nella riforma di un sistema che considerano la quintessenza dell’Italia: infatti, alcuni legislatori sono addirittura proprietari di concessioni balneari”. Dunque, sostiene il quotidiano, “non c’è da stupirsi che la coalizione di destra di Meloni stia prorogando le concessioni balneari esistenti fino alla fine del 2024, mentre le amministrazioni locali con ‘difficoltà oggettive’ avranno tempo fino alla fine del 2025 per lanciare nuove gare”.