Aggiornamento delle ore 20.45: La Camera di Consiglio ha confermato la detenzione preventiva di Francesco Giorgi, ma con le modalità del braccialetto elettronico. Dopo due mesi di carcere, l’ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri potrà tornare a casa, ma ai domiciliari. Se farà ricorso contro la decisione, dovrà comparire davanti alla sezione d’accusa della Corte d’appello di Bruxelles entro due settimane, mentre la Procura federale ha precisato che non presenterà ricorso.
Bruxelles – Si chiude oggi il terzo giro di udienze per i riesami delle custodie cautelari dei personaggi implicati nel Qatargate: dopo Eva Kaili e Antonio Panzeri, comparsi davanti alla Corte d’appello di Bruxelles lo scorso giovedì (16 febbraio), a presentarsi questa mattina, intorno alle ore 11, davanti ai giudici è stato Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento Ue Kaili ed ex assistente parlamentare di Panzeri.
Il suo avvocato, Pierre Monville, non ha rilasciato dichiarazioni, salvo confermare la presenza di Giorgi in aula. La decisione della Corte d’Appello era attesa nel pomeriggio e l’esito sembrava prevedibile, con almeno altri due mesi in carcere fino alla prossima udienza per il riesame della detenzione preventiva (così come per Kaili e Panzeri prima di lui). La legge belga infatti prevede che lo stato di custodia cautelare venga ridiscusso ogni mese per i primi tre mesi di incarcerazione, in seguito ogni 60 giorni.
Non era presente il giudice istruttore Michel Claise, che sta portando avanti l’inchiesta dallo scorso 9 dicembre, ma sul quale pende la richiesta di ricusazione inoltrata il 16 febbraio dai legali dell’eurodeputato Marc Tarabella, anche lui detenuto da ormai due settimane. Claise si è opposto alla ricusazione, ma fino a quando la Corte non si esprimerà sulla richiesta di Tarabella di riassegnare il caso (deve farlo entro otto giorni dalla notifica della richiesta), a condurre le udienze sarà un giudice sostituto. La custodia cautelare dell’europarlamentare belga è stata confermata, ma a differenza degli altri accusati verrà ridiscussa nell’arco dei prossimi trenta giorni.
Ora, per concludere il puzzle, manca solo l’altro eurodeputato a cui il Parlamento europeo ha deciso di revocare l’immunità, Andrea Cozzolino: attualmente agli arresti domiciliari a Napoli e soggetto a una richiesta di estradizione da parte delle autorità belghe, Cozzolino ha ottenuto il rinvio dell’udienza alla Corte d’Appello di Napoli dopo aver presentato un’istanza relativamente alla costituzionalità del mandato d’arresto europeo. L’eurodeputato, membro del Partito democratico, si presenterà davanti ai giudici del capoluogo campano il prossimo 28 febbraio.