Bruxelles – Disinstallare TikTok dagli smartphone aziendali. Per ordine del Consiglio di amministrazione della Commissione Europea. È questa la decisione presa oggi (23 febbraio) dall’istituzione comunitaria per proteggersi da “minacce alla sicurezza informatica e azioni che potrebbero essere sfruttate per attacchi informatici contro l’ambiente aziendale” della Commissione stessa, attraverso la piattaforma cinese di social media.
Ad annunciare una decisione che ha fatto scalpore a Bruxelles sono stati i servizi di comunicazione dell’esecutivo comunitario, con una nota che precisa non tanto le motivazioni specifiche che hanno portato alla misura di “aumento della sicurezza informatica”, quanto piuttosto a chi si rivolge e perché. L’applicazione TikTok dovrà essere disinstallata sui “dispositivi aziendali e sui dispositivi personali iscritti al servizio di telefonia mobile della Commissione“. In altre parole la sospensione è una decisione aziendale interna, “strettamente limitata” agli smartphone aziendali o comunque legati a un utilizzo anche professionale da parte dei dipendenti dell’esecutivo Ue. “La Commissione si impegna a garantire che il suo personale sia ben protetto dalle crescenti minacce e incidenti informatici”, è quanto si legge nella nota, con la precisazione che “anche gli sviluppi della sicurezza di altre piattaforme di social media saranno tenuti sotto costante controllo“.
Non si conoscono le motivazioni che hanno portato proprio oggi alla decisione di sospendere l’uso di TikTok, ma i servizi della Commissione parlano del “dovere di rispondere il prima possibile a potenziali allarmi informatici”. Rispondendo alla stampa di Bruxelles, il portavoce capo del gabinetto von der Leyen, Eric Mamer, ha ribadito di non poter commentare “più specificamente le ragioni che ci hanno portato oggi a prendere queste misure” che, comunque, “non costituiscono nessun tipo di valutazione per l’uso personale da parte di cittadini e professionisti, questo è compito degli Stati membri”. Le misure “strettamente interne” della Commissione sono “temporanee e possono essere revocate”, ha puntualizzato la portavoce responsabile per il Mercato interno, Sonya Gospodinova, aggiungendo che “informeremo le altre istituzioni Ue della nostra decisione e porteremo avanti valutazioni costanti e misure necessarie alla sicurezza informatica di volta in volta”.
Anche il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, non si è sbilanciato “per tutela dei nostri colleghi”, ma ha comunque parlato di “ragioni specifiche” che hanno portato il Consiglio di amministrazione presieduto dal commissario per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn, a prendere la decisione di sospendere TikTok sui dispositivi di lavoro “nel contesto di molte attività minacciose nell’ambiente informatico”. La Commissione Ue “come istituzione pubblica ha un forte focus sulla sicurezza informatica e dobbiamo prestare massima attenzione alla protezione dei dati“. Il commissario Breton ha poi ricordato il confronto del mese scorso con l’amministratore delegato della piattaforma cinese di social media, Shou Zi Chew, in cui “abbiamo parlato dei problemi della sicurezza informatica e del trasferimento dei dati”.
Il confronto tra Bruxelles e TikTok
Lo scorso 10 gennaio il Ceo di TikTok Chew ha fatto visita al Berlaymont per una serie di colloqui con diversi membri del gabinetto von der Leyen, per cercare di tranquillizzare la Commissione sulle maggiori criticità che avvolgono la piattaforma cinese. Oltre ai colloqui “intensi” con il commissario Breton, anche la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue per il Digitale, Margrethe Vestager, ha voluto incontrare l’amministratore delegato per le notizie sulla raccolta e la sorveglianza aggressiva dei dati negli Stati Uniti, che hanno portato Washington a vietare l’installazione dell’app sui dispositivi federali a causa dei timori per la sicurezza nazionale (la stessa misura presa oggi dall’esecutivo Ue).
La vicepresidente della Commissione Ue per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, si è concentrata invece sulla protezione dei dati personali degli europei, la sicurezza dei bambini sulla piattaforma, la diffusione della disinformazione russa e la trasparenza dei contenuti politici a pagamento. La commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha dato spazio in particolare alla questione del contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico online e di contenuti terroristici, mentre il titolare per la Giustizia, Didier Reynders, ha messo al centro della discussione l’allineamento di TikTok sul Regolamento generale per la protezione dei dati personali (Gdpr), i potenziali trasferimenti illegali di dati di cittadini europei verso la Cina e la privacy dei minori.
TikTok è il social media con i più ampi margini di crescita, con un bacino d’utenza prevalente tra le persone tra 16 e i 24 anni. Nato nel 2014 in Cina come evoluzione del precedente Musical.ly, mette al centro della propria strategia social la condivisione di brevi video invece di post scritti (come Facebook e Twitter) o immagini statiche (come Instagram). Nell’ottobre del 2020 ha aderito al codice di condotta dell’Ue per contrastare l’incitamento all’odio online e nel corso dello scorso anno si è allineato alle misure restrittive internazionali contro gli organi di propaganda russi.