Bruxelles – I 27 ministri degli Esteri dell’Ue rispondono all’appello lanciato appena una settimana fa dal Parlamento europeo e si dicono pronti alla ratifica della Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.
Il Consiglio Affari generali ha chiesto oggi (21 febbraio) l’approvazione finale dell’eurocamera per adottare le decisioni sulla ratifica da parte dell’Ue: non basta il voto di mercoledì scorso all’emiciclo di Strasburgo, poiché la procedura di ratifica prevede prima la decisione del Consiglio, e solo in seguito il consenso del Parlamento europeo. Ma è una questione di pura formalità, perché gli europarlamentari hanno già espresso con una maggioranza schiacciante (469 voti favorevoli, 104 contrari e 55 astenuti) la volontà di concludere il percorso iniziato ben sei anni fa con la firma della convenzione.
“L’adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul è un segnale forte del nostro impegno a porre fine alla violenza di genere e svolgerà un ruolo importante nella prevenzione e nel perseguimento di questi atti”, ha commentato la ministra svedese per la Parità di genere, Paulina Brandberg. Stoccolma, che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, aveva indicato la ratifica della Convenzione come una delle sue priorità, e ha mantenuto la promessa. “Nell’Unione europea una donna su tre ha subito violenze fisiche o sessuali: finché persisterà questa situazione atroce, non saremo in grado di rendere la parità di genere una realtà”, ha dichiarato ancora Brandberg. Fino ad ora, la mancanza di consenso tra i 27 Paesi membri aveva ostacolato l’adesione al trattato, ma nell’ottobre 2021 un parere della Corte di Giustizia dell’Ue aveva sciolto le riserve, garantendo all’Unione europea di poter proseguire alla ratifica anche senza l’accordo tra tutti gli Stati membri.