Da 17 anni l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) opera dal cuore dell’Emilia-Romagna: l’agenzia che si occupa della valutazione del rischio in campo agro-alimentare sul territorio comunitario, nata a Bruxelles nel 2002, si è trasferita a Parma nel 2005, entrando nel pieno della sua attività. 500 persone, tra scienziati e personale di supporto, esaminano dossier su materie prime, prodotti finiti, mangimi o ingredienti alimentari per salvaguardare la salute dei consumatori.
Voluta fortemente dalla Commissione europea, l’Efsa è una sorta di osservatorio super partes che garantisce la salubrità del cibo attraverso standard univoci di igiene su tutto il territorio dell’Unione. La grande authority di Parma si divide in quattro dipartimenti: il gestionale (Management Services), l’apparato che garantisce il buon funzionamento della struttura (Risk Assessment Services), il reparto per la valutazione del rischio, vero e proprio motore del processo produttivo (Risk Assessment Production) e la parte comunicativa e di trasparenza dell’intera struttura (Communication and Partnership).
Quando un applicante invia una richiesta di valutazione all’Efsa, raccogliendo in un unico fascicolo prove di campo, studi di esperti, risultati di analisi e spiegazioni di impiego alimentare, lo può fare attraverso due strade: il canale delle Autorità competenti – i ministeri – degli Stati membri o quello della Commissione europea (tramite la Dg Sanco). Si tratta di dossier molto articolati e spesso complessi per la delicatezza delle sostanze analizzate, come ad esempio additivi alimentari o agrofarmaci, tra cui ve ne sono alcuni noti come il glifosato, il boscalid, il metalaxil, il penconazolo e diversi altri. Se la richiesta è arrivata tramite la Commissione europea, allora il responso di Efsa sarà valido su tutto il territorio Ue, se è stata inviata da un ministero nazionale si applicherà solo sul territorio di quel Paese.
Fondamentale per l’agenzia è il raggiungimento di alti standard di trasparenza: il percorso e i vari passaggi dei dossier, sono sempre messi a disposizione di chiunque manifesti interesse, secondo il principio del diritto di conoscenza dei consumatori. “La trasparenza del processo di valutazione del rischio contribuisce a che l’Autorità acquisisca maggiore legittimità agli occhi dei consumatori e del pubblico nel compimento della sua missione, accresce la fiducia nel lavoro da essa svolto e garantisce democraticamente una maggiore responsabilità dell’Autorità nei confronti dei cittadini dell’Unione”, si legge nel Regolamento di Efsa. Su questa costruzione, che combina competenze scientifiche, accuratezza nel processo di valutazione e ricerca della trasparenza, si fonda l’autorevolezza dell’Authority di Parma nel campo della valutazione del rischio alimentare. E, non ultimo, l’apertura verso l’esterno e la disponibilità a interfacciarsi con altre agenzie internazionali: nei suoi vent’anni di vita, Efsa ha aperto le porte ai giovani di tutto il mondo che intendono intraprendere lo studio delle discipline alimentari, con la scuola estiva che si svolge a Parma e gli stage nei 4 dipartimenti dell’Authority.