Bruxelles – Pace, sicurezza e cambiamenti climatici. L’Unione europea prepara la sua nuova agenda per la diplomazia climatica partendo dalla constatazione che pace e sicurezza globale sono “sistematicamente messe a rischio dai cambiamenti climatici” e dunque è diventato imperativo “integrarne i rischi nella nostra politica estera e di sicurezza”. E’ al termine del Consiglio Affari Esteri che si è svolto oggi (20 febbraio) a Bruxelles che Josep Borrell conferma che “l’impatto del cambiamento climatico sulla politica estera e di sicurezza Ue avrà un ruolo di primo piano nella nostra agenda politica da ora fino alla prossima Cop28”, la 28a Conferenza delle Nazioni Unite in programma dal 30 novembre al 12 dicembre ospitata dagli Emirati Arabi Uniti.
Il capo della diplomazia europea annuncia che insieme al vicepresidente esecutivo per il Green Dea, Frans Timmermans, presenterà una “dichiarazione congiunta sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla politica estera e di sicurezza dall’Ue”. La data stabilita dovrebbe essere l’8 marzo: la dichiarazione comune sarà contenuta nel più ampio pacchetto legislativo dedicato alla “Sicurezza e difesa” e dovrebbe consistere in una comunicazione congiunta su una strategia spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa. Ma intanto oggi i ministri degli esteri hanno rimandato il via libera alle conclusioni che avrebbero dovuto approvare sulla diplomazia climatica, ovvero un’agenda europea ambiziosa per la diplomazia climatica ed energetica, in particolare in vista della Cop28.
Sebbene ci sia consenso sull’impegno ad alzare le ambizioni sul clima, quest’anno le conclusioni devono essere approvate in un contesto energetico e geopolitico molto diverso dagli anni passati. E a ricordarlo è lo stesso Borrell. “Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per fare in modo che la prossima Cop28 abbia risultati migliori rispetto alle nostre ambizioni attuali”, ha sottolineato, prendendo atto del fatto che un anno fa, quattro giorni prima dell’inizio della guerra in Ucraina, gli Stati membri hanno approvato le conclusioni sulla diplomazia climatica e poche ore dopo la guerra di Russia ha spostato tutti gli equilibri, con un “forte impatto sui mercati energetici mondiali”.
Nel 2021, le conclusioni sulla diplomazia climatica dell’Ue esortavano all’eliminazione graduale del carbone a livello globale, e hanno di fatto spianato la strada all’impegno globale poi sottoscritto alla Cop26. Oggi, le conclusioni sulla diplomazia climatica prendono le mosse in un contesto di mercati energetici e alimentari globali sotto forte pressione a causa della guerra di Russia in Ucraina e dunque saranno sostanzialmente diverse. Per Borrell però gli ostacoli che oggi hanno impedito il via libera sul testo sono facilmente superabili. “Non penso che sarà necessario aspettare il prossimo Consiglio, basterà la procedura scritta. Ci sono ostacoli in sospeso ma sono convinto che saranno risolti nelle prossime ore”, ha assicurato il capo della diplomazia europea.
Mentre i ministri a Bruxelles erano impegnati a cercare un forte mandato politico dell’Ue in vista della Cop28, si è levato forte l’appello degli europarlamentari del gruppo dei Verdi europei (Verdi-ALE) per chiedere una conferenza sui cambiamenti climatici libera da ogni interferenza da parte dell’industria dei combustibili fossili. Il gruppo di eurodeputati ha indirizzato una lettera indirizzata al segretario amministrativo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) chiedendo le dimissioni del sultano Ahmed Al Jaber da presidente della futura Cop28. Sultan Al Jaber è il ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti e amministratore delegato della compagnia petrolifera statale Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. La nomina del sultano a guida della prossima Cop28 ha alimentato aspre polemiche a Bruxelles e non solo, anche se è stata difesa da Timmermans stesso.I firmatari criticano quello che definiscono “un conflitto di interessi, chiedono l’esclusione delle società di combustibili fossili dalla conferenza sul clima, una politica di “zero conflitti di interessi” per la Cop e sollecitano i ministri degli Esteri dell’UE a sostenere una Cop senza fossili”.
L’occasione per l’invio della lettera è la riunione del Consiglio Affari Esteri in corso oggi a Bruxelles, in cui i ministri discuteranno anche di diplomazia climatica. Nella lettera si legge che per una Cop28 ambiziosa e orientata ai risultati, “chiediamo che l’attuale presidente della Conferenza il sultano Al Jaber, si dimetta dalla sua presidenza e che venga applicata una politica di “zero conflitti di interesse” a tutto il personale della presidenza. Sarebbe fondamentale inviare un segnale forte ai decisori e alla società civile che l’industria dei combustibili fossili non controlla il processo della Conferenza sul clima”.