Bruxelles – “Ero lo strumento dell’estasi” scriveva nel 1906 Hilma af Klint (1862-1944), artista svedese figura cardine della mostra Swedish Ecstasy curata da Daniel Birnbaum per il Bozar di Bruxelles.
Estasi, misticismo, alchimia e tradizioni esoteriche sono i temi che caratterizzano questa esposizione e che legano gli artisti presenti, rappresentanti svedesi di un arco temporale che va dal XVIII secolo ai giorni nostri. Se la Svezia è notoriamente conosciuta come terra d’origine di famosi ingegneri e imprenditori, quello che Daniel Birnbaum, svedese anch’esso, ha voluto sottolineare in questa mostra è l’aspetto meno noto della nazione, un’attenzione per la vita spirituale e le speculazioni esoteriche che trova espressione nell’arte e nella letteratura, abbattendo anche le frontiere tra le diverse discipline.
Emanuel Swedenborg (1688-1772), scienziato e ingegnere, e August Strindberg (1849-1912), alchimista, drammaturgo e artista visivo, sono due esempi di figure multidisciplinari che nelle loro opere hanno dato vita alle ricerche sul trascendente e sulla spiritualità. Swedenborg riteneva che fossero gli spiriti stessi a guidarlo mentre disegnava.
Strindberg soffriva di problemi psicologici come anche altre due figure centrali del panorama svedese di fine Ottocento: Carl Fredrik Hill (1849-1911) ed Ernst Josephson (1851-1906). Le opere di questi due artisti sono infatti spesso state rapportate all’Art Brut, opere di ispirazione artistica non convenzionale, guidate da visioni, da emozioni e da episodi psicotici di cui entrambi gli artisti soffrivano a causa della schizofrenia.
Le visioni mistiche ci riportano alla figura centrale di Swedish Ecstasy, Hilma af Klint, che, tra il 1906 e il 1915, completò la serie di lavori Dipinti per il tempio, 193 opere che l’artista riteneva le fossero state commissionate da alcune entità superiori con le quali comunicava durante le sedute spiritiche. L’idea di af Klint era quella di esporre queste opere in un edificio a spirale, come messaggio spirituale per l’umanità, progetto che però non venne mai realizzato. Riprendendo il pensiero dell’artista, è stata pensata un’installazione in realtà virtuale che permette ai visitatori della mostra di immergersi, per circa 12 minuti, nell’universo spirituale ideato da Hilma af Klint.
L’ascetismo e le sedute spiritiche erano anche l’argomento principale del gruppo “De Fem” (Le cinque), che af Klint creò insieme ad altre quattro artiste, tra cui Anna Cassel (1860-1937), figura della quale la mostra al Bozar presenta in anteprima mondiale una selezione di opere recentemente scoperte.
Come ha sottolineato Daniel Birnbaum, dal 2017 membro della Fondazione Hilma af Klint, questa esposizione ha voluto portare alla luce le opere di alcune donne escluse dalla scena artistica per molto tempo. Di Hilma af Klint, pioniera dell’arte astratta, al Bozar troviamo la serie completa di Caos primordiale, alcune opere della serie Il cigno e un’iconica pala d’altare.
Il misticismo e la spiritualità sono temi che hanno ispirato, e continuano ad ispirare, anche gli artisti svedesi contemporanei come Christine Ödlund, Lars Olof Loeld, Daniel Youssef, Cecilia Edefalk e Carsten Höller, nato a Bruxelles ma da anni basato a Stoccolma.
Dalla meditazione sulla natura e la variabilità del tempo di Edefalk, alla “botanica spirituale” di Ödlund, passando per le ricerche alchemiche e l’ascetismo di Loeld, arriviamo fino agli effetti allucinogeni che crea Höller con le sue luci intermittenti e all’opera Inferno di Daniel Youssef che riflette sulle visioni di Strindberg.
In mostra, inoltre, alcune vetrine realizzate dal critico d’arte e scrittore svedese Peter Cornell, che raccolgono curiosità, disegni e testi relativi agli artisti esposti.
Un’occasione unica per immergersi in un panorama insolito, per sognare e farsi trasportare dalle visioni di figure del passato e del presente, che con le loro opere espandono i confini della coscienza mistica e spirituale.
Oltre a Swedish Ecstasy, in occasione dell’assunzione da parte della Svezia della presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, Bozar ha organizzato un focus sulla creatività svedese con attività come talk, incontri, proiezioni e concerti che si susseguiranno fino a giugno.