Bruxelles – Dar vita a un mercato per i fertilizzanti a base di idrogeno rinnovabili, a basse emissioni di carbonio e privi di combustibili fossili che siano prodotti nell’Ue, come ad esempio l’ammoniaca green e i fertilizzanti organici riciclati dai flussi di rifiuti. La Commissione europea sostiene di voler lavorare a un mercato di fertilizzanti green come risposta alla sfida dei prezzi energetici trainati dalla guerra di Russia in Ucraina che hanno portato a un aumento dei prezzi dei fertilizzanti che l’Ue in buona parte importava da Russia e Bielorussia.
Di fronte all’Eurocamera riunita in plenaria a Strasburgo, il commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha delineato l’obiettivo defininendolo “cruciale per ridurre la dipendenza della nostra industria di fertilizzanti da materie prime a base fossile importate e sostenere la sicurezza dei nostri approvvigionamenti in linea con gli obiettivi climatici”. Con l’inizio della guerra di Russia in Ucraina, l’aumento vertiginoso dei prezzi del gas ha comportato tra le altre cose anche un aumento dei prezzi di fertilizzanti minerali (Bruxelles stima in +149% l’aumento dei fertilizzanti azotati tra settembre 2021 e 2022), che l’Ue in buona parte importava da Russia e Bielorussia, ridotta dopo l’inizio della guerra.
La Commissione europea ha adottato a inizio novembre una comunicazione (priva di iniziative legislative) per orientare il lavoro degli Stati membri nel garantire la disponibilità e l’accessibilità economica dei fertilizzanti, con una serie di raccomandazioni e azioni che gli Stati membri possono mettere in campo per affrontare la crisi dei prezzi dei fertilizzanti, di cui la produzione e il costo dipendendo in buona parte dal gas naturale, al centro della crisi geopolitica con la Russia. Tra queste Bruxelles ha evidenziato il ruolo essenziale della transizione verso fertilizzanti più ecologici che possono contribuire a ridurre la dipendenza dell’Ue da materie prime a base fossile, incoraggiando gli Stati a sostenere gli investimenti nell’idrogeno rinnovabile e nel biometano per la produzione di ammoniaca che è usata nella produzione di fertilizzanti.
Nel 2022, l’idrogeno ha rappresentato meno del 2 per cento dell’attuale consumo energetico in Europa ma è stato utilizzato principalmente per produrre prodotti chimici, come i fertilizzanti. Bruxelles ha già indirizzato circa 180 milioni di euro nell’ambito di Orizzonte Europa, il programma europeo dedicato alla ricerca, verso progetti incentrati sullo sviluppo di prodotti fertilizzanti alternativi e su soluzioni più efficienti e basate sulla natura per la gestione dei nutrienti. Il commissario polacco è intervenuto in un dibattito in plenaria a cui è seguita l’approvazione da parte dell’Aula per alzata di mano di una risoluzione per chiedere una strategia a lungo termine dell’Ue per i fertilizzanti e una strategia a lungo termine per i nutrienti del suolo entro giugno 2023.
Sulla scia dell’acquisto in comune di vaccini e gas, gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione nell’atto di indirizzo di studiare un meccanismo di acquisto congiunto di fertilizzanti a livello europeo e di ridurre le strozzature nel mercato dei fertilizzanti. A lungo termine, i deputati sostengono l’idea della Commissione Ue di accelerare il processo di decarbonizzazione e di utilizzare sostanze nutritive non fossili e riciclate per produrre fertilizzanti. Ammettono però che l’autosufficienza in materia di fertilizzanti minerali “non è realistica” nel medio termine e che le materie prime utilizzate per la produzione di fertilizzanti provengono spesso da regimi autocratici. Come misura a breve termine per aumentare la disponibilità di fertilizzanti per gli agricoltori e stabilizzare i prezzi, i deputati propongono di utilizzare parte del bilancio agricolo 2023 per fornire assistenza immediata agli agricoltori.
Da parte della Commissione Ue, Wojciechowski ha chiarito che non arriveranno nel breve periodo ulteriori misure per affrontare la crisi. Il quadro temporaneo degli aiuti di stato dell’Ue già oggi permette agli Stati membri di garantire agli agricoltori incentivi di fronte all’aumento dei prezzi dei fertilizzanti ma “non tutti i Paesi ne stanno facendo uso”, ha ammonito il commissario stimando in “917 milioni di euro” le risorse impiegate da soli 4 Stati membri per istituire regimi specifici per l’acquisto di fertilizzanti: la Polonia con 836 milioni di euro, la Grecia con 60 milioni di euro, la Slovenia con circa 15 milioni di euro e Malta con circa 6,5 milioni di euro. Anche la Spagna – ha aggiunto il commissario – ha di recente stanziato 300 milioni di euro di aiuti di Stato per compensare gli agricoltori per l’aumento dei costi dei fertilizzanti.