Bruxelles – Occhio ai conti e alla spesa. Adesso che le cose si mettono meglio, si torna a prestare attenzione alla disciplina di bilancio, e fare pressione su chi, come l’Italia, ha un elevato debito reso ancor più elevato dalle misure adottate per rispondere al rincaro delle bollette. Tra un quadro economico migliorato e una governance economica da riformare, il messaggio non cambia: è tempo di iniziare a chiudere i rubinetti.
. @SigridKaag 🇳🇱 "We don't see any opportunity to extend the general escape clause to the next year. I think it would be neither viable nor desirable. Reform of the Stability and Growth Pact must ensure investments, debt reduction and reforms. This is the triangle". @eunewsit pic.twitter.com/Cr64ohE5FT
— emanuele bonini (@emanuelebonini) February 13, 2023
In occasione dei lavori dell’Eurogruppo la prima a dirlo, in ordine di tempo, è la ministra delle Finanze olandese, Sigrid Kaag. “Non vediamo alcuna possibilità di estendere la clausola di salvaguardia generale al prossimo anno”. Questa è la premessa. “Penso che non sarebbe né praticabile né auspicabile”. Quindi basta all’allentamento delle regole su decifit e debito. “La riforma del Patto di stabilità e crescita deve garantire investimenti, riduzione del debito e riforme. Questo è il triangolo” magico da seguire. Nell’antico dibattito tra rigore e spesa, due lati del triangolo rispondono alle logiche della prima fazione.
E’ quindi la volta di Paschal Donohoe, che parla nella vesti di presidente dell’Eurogruppo, ma che resta pur sempre un ministro delle Finanze del Ppe e di un Paese, l’Irlanda, che del programma di aiuti della vecchia Troika (Commissione Ue, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale) si è avvalso per uscire dalla crisi finanziaria che fu. L’Eurozona ha evitato la recessione e ne guadagna in crescita, e allora “in questo clima si può rivalutare la nostra politica di bilancio”. Onde evitare incomprensioni arriva la precisazione. “Guardando alle misure di sostegno a fronte del caro-energia, c’è bisogno di misure che rispondano agli sviluppi”. Tradotto: basta sostegno pubblico.
Sulla stessa linea il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, che sia pur con toni diversi e sfumature del caso, contribuisce a mettere sotto pressione l’Italia e i suoi conti, e ancor più chi è chiamato a doverli gestire, ossia il governo Meloni. “Il calo dei prezzi dell’energia dovrebbe consentire ai governi di eliminare gradualmente le misure di sostegno energetico e rendere più mirate le restanti misure. E li incoraggiamo a farlo”. Quindi meno spesa. E più riforme. “Il Recovery Fund (che sostiene finanziariamente il piano per la ripresa, ndr) e REPowerEU (il programma per l’indipendenza energetica, ndr) sono lì per sostenere le riforme e gli investimenti che riducono la nostra dipendenza dai combustibili fossili”. Per cui “ora è una priorità sfruttare appieno queste risorse”.
🇮🇹🇪🇺 Il ministro Giorgetti ha incontrato separatamente oggi a Bruxelles a margine dei lavori dell’Eurogruppo, la ministra lituana delle finanze @GintareSkaiste e il commissario EU @PaoloGentiloni per parlare di Ucraina, riforma Pnrr, nuova governance EU e patto di stabilità. pic.twitter.com/DnP2eDNVTY
— MEF (@MEF_GOV) February 13, 2023
Un passaggio, quest’ultimo, che non necessita precisazioni. Perché lo stesso commissario per l’Economia intanto ha già avuto modo di dire questa deve essere la priorità per il governo italiano, presentando le previsioni economiche a poche ore di distanza dall’inizio dei lavori dell’Eurogruppo. Poi perché di questo il componente italiano del team von der Leyen ha avuto modo di discuterne a quattr’occhi con Giancarlo Giorgetti. Ora spetta al ministro dell’Economia recapitare messaggi e avvertimenti all’intero consiglio dei ministri.