Bruxelles – A gennaio 2023 sono stati rilevati più di 13.200 attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’Ue, con un calo del 12 per cento rispetto a un anno fa, in gran parte dovuto alle cattive condizioni meteorologiche su alcune rotte marittime, secondo i dati preliminari compilati da Frontex,l’agenzia europea per le frontiere.
Nel 2022, l’agenzia ha segnalato circa 330.000 attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’Unione, il numero più alto dal 2016.
Tra i 13.200 attraversamenti irregolari delle frontiere rilevati a gennaio, il 43 per cento è avvenuto attraverso i Balcani occidentali.
Si è registrato un aumento del 49 per cento nel Mediterraneo centrale, quello che più riguarda gli arrivi in Italia. I cittadini di Afghanistan, Costa d’Avorio, Guinea e Siria sono stati segnalati con maggiore frequenza.
La rotta dei Balcani occidentali ha continuato a rappresentare il maggior numero di tutti gli attraversamenti, anche se la situazione rispetto all’anno scorso rimane sostanzialmente invariata (diminuzione del 5 per cento su base annua).
Le rotte dell’Africa occidentale e del Mediterraneo occidentale hanno registrato i maggiori cali di rilevamenti nel primo mese dell’anno, rispettivamente dell’82 per cento e del 49 per cento, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno influito sulle partenze.
Un’altra ragione di questo calo è l’aumento delle attività di pattugliamento e prevenzione messe in atto dai Paesi non appartenenti all’Ue, in primo luogo il Marocco. Nei prossimi mesi, il deterioramento delle condizioni meteorologiche stagionali nel Mediterraneo continuerà a influenzare i tentativi di attraversamento illegale delle frontiere, determinando una diminuzione del numero di arrivi.
Nel frattempo, la rotta del Mediterraneo centrale ha registrato il maggior aumento di migranti irregolari individuati rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il numero totale è aumentato della metà, raggiungendo le 4.500 unità.
I migranti su questa rotta continuano a partire da Tunisia, Libia e Turchia.
Nonostante l’elevato numero di arrivi, le condizioni meteorologiche hanno influenzato in modo significativo il numero di incidenti registrati nel Mediterraneo centrale. I trafficanti di esseri umani hanno sfruttato il bel tempo per organizzare le partenze.