Bruxelles – Le mafie non sono più una tipicità italiana, se mai lo fossero veramente state. Il baricentro degli interessi della criminalità organizzata in Europa, soprattutto per quanto riguarda il traffico di droga, si è spostato da anni nei porti di Anversa, Rotterdam, Amburgo. Nel 2020 sequestri di cocaina per 68 tonnellate nei tre grandi porti del Nord Europa, nel 2021, solo ad Anversa, 28 tonnellate.
“Il traffico di cocaina in Ue è in aumento, con una stima di almeno 10 miliardi di euro l’anno di affari. Questo profitto va direttamente ai gruppi criminali organizzati”, ha ammesso ieri (7 febbraio) la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, in visita al porto di Anversa per confrontarsi con le autorità sul contrasto al traffico di droga. La minaccia della criminalità organizzata è stata al centro della conferenza ‘Contrastare la criminalità in Europa’, organizzata oggi al Parlamento Europeo dall’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli, per riflettere sulla dimensione transnazionale delle attività mafiose. “Le mafie oggi non sono più circoscritte al solo territorio italiano, ma fanno affari e operano in tutti gli Stati membri perché mancano delle normative specifiche. Esprimiamo forte preoccupazione per l’aumento delle frodi nei fondi europei e per il crescente utilizzo dei porti del Nord Europa come porta d’ingresso delle droghe”, ha dichiarato Pignedoli.
Presente all’evento anche Federico Cafiero De Raho, deputato del Movimento 5 Stelle ed ex-procuratore nazionale antimafia. Secondo De Raho, per farsi un’idea di quanta cocaina circola nell’Ue, bisogna moltiplicare almeno per dieci la quantità che viene sequestrata. “Il traffico si moltiplica di anno in anno e diventa sempre più forte e diffuso, e vede ormai la presenza in Europa di produttori e mediatori dell’America centro-meridionale”. Criminali che agiscono con “disinvoltura e spregiudicatezza”, come veri e propri rappresentanti di commercio, che si incontrano e trattano i propri affari alla luce del sole. Ma il narcotraffico sarebbe solo “la punta dell’iceberg”. La parte più difficile da contrastare viene dopo, quando le mafie disperdono i proventi del traffico di droga nel reinvestimento in società di capitali che operano in Europa e in tutto il mondo.
Per far emergere la parte sommersa dell’iceberg, l’Ue ha adottato nel maggio 2021 le sue priorità in materia di lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità, che saranno attuate tra il 2022 e il 2025 nell’ambito della “piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità” (Empact). Una piattaforma che faciliterà attività di formazione per le forze dell’ordine e azioni operative congiunte tra gli Stati membri. Ma non basta: “L’Europa dovrebbe avere maggiore sostenibilità sul tema”, è l’appello di Pignedoli e De Raho, perché i proventi illeciti delle mafie “si riversano sull’economia e sul lavoro, sono soldi che si tramutano in soggetti economici che fanno concorrenza sleale alle aziende sane”.