Bruxelles – Per il momento, i finanziamenti europei alla ong di Niccolò Figà-Talamanca restano sospesi. Il segretario generale di “No Peace Without Justice”, dopo due mesi di detenzione preventiva a Bruxelles nel quadro del Qatargate, è stato liberato lo scorso venerdì “senza condizioni”: a questo punto, sarebbe lecito aspettarsi la riattivazione dei progetti che l’ong aveva in corso con la Commissione Ue e l’archiviazione del divieto di accesso alle sedi del Parlamento europeo per i rappresentanti dell’organizzazione.
“È una decisione autonoma della Commissione, legata alla necessaria protezione degli interessi finanziari dell’Ue”, ha dichiarato questa mattina (6 febbraio) il portavoce capo dell’esecutivo comunitario, Eric Mamer. Dal 2006 a oggi, l’Ue ha finanziato nove progetti guidati da No Peace Without Justice: per i sette terminati “i pagamenti finali sono stati effettuati”, per i due ancora in corso i fondi rimangono congelati. 2,7 milioni di euro totali, di cui all’incirca 1,4 non è ancora stato versato nelle casse dell’ong.
“Se avessimo agito diversamente, saremmo stati bersaglio delle critiche. C’era bisogno di assicurarci che fosse tutto regolare prima di procedere con dei pagamenti”, ha sottolineato ancora Mamer. Ma ora che sono venute meno le accuse di riciclaggio di denaro a Figà-Talamanca, scagionato da Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare al centro dello scandalo e ora collaboratore di giustizia, non sembra sussistere alcun motivo per attendere oltre. A tal proposito l’auspicio dell’Ong, espresso in un comunicato stampa dopo la scarcerazione di Figà-Talamanca, è “la piena riabilitazione della figura” del suo segretario.