Bruxelles – Un ‘formato Riga’ per la cooperazione rafforzata sul piano politico, energetico e difensivo tra i 3 Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e la Polonia, per rendere più salda la sicurezza nella regione di fronte a potenziali minacce “alla nostra indipendenza e integrità territoriale”. È quanto messo nero su bianco nella dichiarazione congiunta tra i quattro Paesi che si riconoscono accomunati da “un’esperienza storica simile di aggressione e grave oppressione da parte di regimi totalitari revisionisti” durante il Novecento e che oggi “condividono una visione comune delle azioni necessarie” per proteggersi dalle minacce della Russia di Putin. Un attore regionale e geopolitico che – nonostante non venga mai citato esplicitante nel testo – aleggia dal 24 febbraio dello scorso anno come un pericolo incombente.
La base di convergenza tra i Baltici e la Polonia riguarda proprio la storia comune rispetto all’imperialismo russo, durato fino all’ultimo decennio del secolo scorso: “Abbiamo sviluppato una comprensione simile delle potenziali minacce“, che prima dell’invasione russa sono state tenute in poca considerazione da parte degli altri Stati membri Ue, come la stessa prima ministra dell’Estonia, Kaja Kallas, aveva ricordato nel marzo dello scorso anno alla sessione plenaria del Parlamento Europeo. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, negli ultimi tre decenni, “abbiamo sviluppato una stretta e proficua cooperazione” basata su un approccio convergente su “molte questioni dell’agenda regionale e internazionale, in particolare la politica estera e di sicurezza, l’indipendenza energetica, la connettività e le infrastrutture di trasporto”, è quanto specificato dai quattro ministri degli Esteri.
I tre Paesi baltici e la Polonia vogliono continuare a implementare “iniziative volte a combattere le minacce ibride, a garantire la deterrenza e la difesa, a rafforzare la sicurezza delle frontiere e a sostenere l’Ucraina”. Tutte misure già attuate “con successo in varie forme e contesti”, sia a livello di Unione Europea, sia Nato e Onu. Proprio le questioni della difesa comune e del sostegno all’Ucraina costituiscono il perno del nuovo ‘formato Riga’, che deve sviluppare un “continuo supporto politico, militare, finanziario e assistenza umanitaria” a Kiev e allo stesso tempo riconosce nella cooperazione all’interno dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord “un ruolo insostituibile dello stretto legame transatlantico“. Senza giri di parole “la pietra angolare della nostra sicurezza”.
Nel futuro prossimo la cooperazione di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia in questo format a quattro dovrà passare da un approfondimento del potenziale per l’ulteriore intensificazione della cooperazione “a vantaggio reciproco”, all’interno dei contesti Ue e Nato a cui Varsavia e i Baltici appartengono. Si dovrà procedere non solo a livello politico, ma anche pratico “per migliorare i nostri sforzi volti a rafforzare la deterrenza e la resilienza collettiva e a promuovere la crescita economica e la prosperità della regione e oltre”. Il coordinamento passerà sempre dal livello dei ministeri degli Esteri, in attesa di un vertice tra i leader dei quattro Paesi.