Bruxelles – Si apre la strada dei negoziati per gli eurodeputati sulla digitalizzazione delle procedure di rilascio dei visti Schengen, grazie all’adozione della relazione di Matjaž Nemec (S&D) per lo snellimento e l’accelerazione del processo di domanda e rilascio di visti digitali. Con 34 voti a favore, 5 contrari e 20 astenuti, la commissione per le Libertà civili, giustizia e gli affari interni (Libe) del Parlamento Ue ha approvato oggi (31 gennaio) la posizione dell’Eurocamera sulla proposta della Commissione che mira a facilitare il processo di verifica alla frontiera attraverso la digitalizzazione, in vista dei negoziati con i co-legislatori del Consiglio dell’Ue (il via libera ai triloghi è stato appoggiato con 57 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti).
“Vogliamo offrire una soluzione digitale moderna e facile da usare per le domande di visto dell’Ue, insieme a procedure di richiesta semplificate”, ha sottolineato il relatore sloveno, ricordando che “la sostituzione delle vignette con visti Schengen digitali ridurrebbe anche i rischi per la sicurezza, e un sistema unificato aiuterebbe i cittadini a vedere l’Ue come un’unica entità geografica”. La proposta mira in particolare a elaborare su un’unica piattaforma online le domande, agevolando i richiedenti a sapere quale Paese riceverà la loro domanda, nel caso di viaggi in più Paesi dell’area che ha abolito le frontiere interne. I nuovi visti Schengen digitali andrebbero a integrarsi con i sistemi di gestione delle frontiere e banche dati dell’Unione.
Cruciale anche l’aspetto della semplificazione del sistema per i richiedenti dei visti Schengen, grazie all’introduzione di emendamenti sulle opzioni linguistiche, le garanzie per le persone con disabilità e per coloro che non hanno conoscenze digitali. “Dobbiamo eliminare gli ostacoli derivanti dalla lingua, dallo stato di disabilità, dalla mancanza di competenze digitali o dalla scarsa connettività a Internet, e assicurare una maggiore sicurezza dei dati dei richiedenti introducendo ulteriori salvaguardie nel trattamento”, è quanto spiegato da Nemec. Più nello specifico gli eurodeputati sostengono che i dati non dovrebbero essere raccolti o elaborati come parte della domanda di visto.
La proposta per la digitalizzazione dei visti Schengen
Il progetto di relazione del Parlamento Ue è stato presentato il 18 ottobre 2022, sulla base di quanto proposto il 27 maggio dello stesso anno da parte della Commissione. Già nel Patto migrazione e asilo del settembre 2020 è stato fissato l’obiettivo di rendere la procedura di visto completamente digitalizzata entro il 2025. Nella proposta del gabinetto von der Leyen compaiono gli elementi per modernizzare, semplificare e armonizzare il processo di richiesta dei visti Schengen digitalizzando la procedura, con l’obiettivo di ridurre i rischi di frode dell’identità personale e di falsificazione dei documenti e allo stesso tempo di facilitare il processo di verifica alla frontiera. La digitalizzazione dei visti Schengen dovrebbe essere gestita dall’agenzia Ue per la Gestione operativa dei sistemi IT su larga scala (eu-Lisa).
La piattaforma unica consentirà ai viaggiatori di presentare una domanda (e di pagare i diritti di domanda) online, indipendentemente dal Paese Schengen che intendono visitare, e sarà la stessa piattaforma a determinare in modo automatico quale Stato sarà responsabile dell’esame della domanda. Ai richiedenti saranno fornite informazioni aggiornate sui visti Schengen per soggiorni di breve durata e tutte quelle necessarie su requisiti, procedure, documenti giustificativi, diritti per i visti e appuntamenti per il ritiro degli identificatori biometrici. A questo proposito, solo chi presenta la domanda per la prima volta dovrà presentarsi di persona al consolato e saranno rilasciati i visti Schengen in formato digitale (la vignetta non sarà più apposta sul documento di viaggio) per ridurre i rischi per la sicurezza legati alla contraffazione e al furto delle vignette.