Bruxelles – Tra meno di 48 ore i due eurodeputati implicati nel Qatargate, Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, saranno con ogni probabilità privati dell’immunità parlamentare, l’istituto che fino ad ora ha impedito alla magistratura belga di procedere con indagini, accuse o custodie cautelari nei loro confronti. L’aula di Bruxelles voterà infatti giovedì mattina (2 febbraio), alle ore 11, la proposta di decisione approvata dalla Commissione giuridica parlamentare (Juri), che si è espressa all’unanimità per la revoca richiesta dagli inquirenti.
Il testo adottato dalla Commissione Juri, che non è ancora stato reso pubblico, sarà fondamentale per capire i termini della revoca dell’immunità per i due europarlamentari del gruppo socialista. Il dettaglio di questa decisione, spiegano al Parlamento, sarà reso noto “questa sera o al più tardi domani mattina”, quando il voto di oggi sarà annunciato in plenaria e dunque aggiunto all’ordine del giorno di giovedì.
Il mistero è legato al fatto che il Regolamento dell’eurocamera che norma l’istituto dell’immunità prevede che la relazione della Commissione possa “proporre che la revoca o la difesa dell’immunità si applichi esclusivamente alla prosecuzione del procedimento penale e che, fino alla sentenza definitiva, il deputato sia immune da qualsiasi forma di detenzione o misura limitativa della sua libertà, o da qualsiasi altra misura che impedisca detto membro dall’esercizio delle funzioni proprie del mandato”. Inoltre, specifica il regolamento, “qualora la richiesta di revoca o di difesa dell’immunità comporti vari capi d’accusa, ciascuno di essi può essere oggetto di una decisione distinta”.
In altre parole, il testo redatto dalla capogruppo della Sinistra europea, Manon Aubrey, e approvato dalla Commissione giuridica, potrebbe in linea di principio porre un vincolo all’eventuale custodia cautelare di Cozzolino e Tarabella. L’inserimento di questo vincolo è competenza esclusiva della Commissione Juri: l’Eurocamera non potrà in alcun modo, giovedì mattina, modificare i termini della decisione sulla revoca dell’immunità, ma potrà solo votare a favore o contro la relazione nel suo complesso. D’altro canto, non è ancora chiaro quale sia lo scopo immediato della richiesta formulata dal giudice istruttore Michel Claise, se l’apertura di una nuova fase di indagini o anche la messa in stato d’arresto dei due eurodeputati. Fatto sta che le regole che si applicano, una volta tolta l’immunità, sono quelle del diritto belga, e dunque in mancanza di un esplicito impedimento all’arresto la magistratura locale potrà procedere secondo le norme vigenti nel regno.
Certo è che i nomi di Tarabella e Cozzolino sono cerchiati già da tempo nelle carte della magistratura di Bruxelles. Il primo, socialista belga di origini italiane, ha subito una perquisizione nella propria dimora già l’11 dicembre, sotto gli occhi della presidente Metsola, la cui presenza era necessaria per aggirare lo scoglio dell’immunità parlamentare; il secondo, napoletano del Partito democratico, sarebbe stato indicato da Giorgi, suo assistente parlamentare, e dall’ex collega Panzeri, come figura chiave della “cricca” per i suoi rapporti con rappresentanti del Marocco, visto il ruolo di presidente della delegazione per il Magreb. Questa mattina Aubry, a margine del voto in Commissione Juri, ha dichiarato che “le testimonianze di Antonio Panzeri e Francesco Giorgi sono sufficientemente dettagliate per ritenere che la giustizia abbia bisogno di interrogare anche Tarabella e Cozzolino”. Resta da capire se siano così dettagliate da convincere Michel Claise, giudice che ha già dimostrato di avere la mano pesante, a procedere oltre.