Bruxelles – Roberta Metsola incassa il sì della mediatrice europea, l’irlandese Emily O’Reilly, a supporto delle misure presentate lo scorso 12 gennaio per proteggere il Parlamento europeo da infiltrazioni di Paesi terzi e casi di corruzione. L’Ombudsman comunitario, il cui ruolo è quello di fornire raccomandazioni a istituzioni e organi dell’Ue per mantenere elevati standard etici e di trasparenza, ha espresso in una lettera alla presidente dell’Eurocamera il suo beneplacito per il piano di 14 punti proposto da Metsola un mese dopo lo scoppio del Qatargate.
“Un sistema etico debole e mal applicato consente” a chi si lascia corrompere “di minare la fiducia del pubblico nei valori democratici dell’Ue”, ha ricordato O’Reilly. Per riconquistare la fiducia dei cittadini europei e dimostrare l’integrità dell’Aula, secondo l’Ombudsman “un elemento chiave sarà garantire che il processo di riforma sia il più trasparente possibile”. Per questo motivo, O’Reilly ha suggerito a Metsola di dotarsi di un calendario pubblico per condividere le prossime fasi e ulteriori dettagli “su come il Parlamento intende dare seguito ai progetti di proposta”.
Sostegno totale nella lotta contro il fenomeno delle “porte girevoli”, vale a dire la prassi abbastanza comune che vede politici e funzionari pubblici che, una volta conclusi i propri incarichi, apportano la loro esperienza e i loro contatti in nuovi impieghi nel settore privato. Per scongiurare “nuovi Panzeri”, Metsola ha chiesto che tutti gli ex eurodeputati debbano osservare un periodo di “raffreddamento” di due anni: proposta “accolta con favore” da O’Reilly, che ha sottolineato come, nel corso dei suoi due mandati da mediatore europeo, abbia “spesso richiamato l’attenzione sull’effetto dannoso delle porte girevoli”.
Non solo le attività degli europarlamentari a fine mandato, ma anche quelle dei deputati in corso: O’Reilly sposa la linea di Metsola e suggerisce che la proposta di rendere pubbliche le informazioni sulle riunioni degli eurodeputati venga estesa “a tutte le riunioni programmate di tutti i deputati e del loro personale con rappresentanti di interessi e rappresentanti di Paesi terzi, indipendentemente dal loro legame con una relazione o una risoluzione del Parlamento europeo”. Creando una sezione dedicata all’integrità sul sito web del Parlamento europeo.
L’Ombudsman ha infine evidenziato che il Comitato consultivo, che supervisiona l’applicazione delle norme etiche e monitora il codice di condotta, “ha poteri limitati”: O’Reilly insiste sulla necessità di conferire al Comitato “poteri proattivi per monitorare, indagare e garantire il rispetto delle regole etiche”. Dotandolo di risorse sufficienti. In questo senso Metsola, oltre a richiedere che gli eurodeputati sottoscrivano dichiarazioni di interessi più dettagliate, dovrebbe lavorare per migliorare la “metodologia per verificare tali interessi”.