Bruxelles – Un europeista di ferro, ancorato ai valori dell’Unione e all’appartenenza all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato), di cui è stato capo del Comitato militare dal 2015 al 2018. L’ex-generale Petr Pavel è stato eletto sabato (28 gennaio) nuovo presidente della Repubblica Ceca, superando nettamente al secondo turno l’ex-primo ministro del Paese, Andrej Babiš, e facendo tirare un sospiro di sollievo ai leader delle istituzioni comunitarie per la fine dei 10 anni di ambiguità – se non totale divergenza – del precedente inquilino del Castello di Praga, Miloš Zeman.
“Accolgo con favore il suo forte impegno nei confronti dei valori europei, la sua esperienza in materia di sicurezza, difesa e relazioni estere sarà preziosa per mantenere e rafforzare l’unità dell’Europa a sostegno dell’Ucraina”, è quanto dichiarato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al termine della prima conversazione telefonica con Pavel “per invitarlo a Bruxelles”. Durante il confronto tra il leader ceco e la numero uno dell’esecutivo comunitario sono state discusse “le nostre priorità comuni, in particolare il sostegno dell’Ue all’Ucraina finché sarà necessario“, ha reso noto la stessa presidente von der Leyen.
In linea con i risultati quasi sorprendenti della presidenza di turno ceca del Consiglio dell’Ue nel secondo semestre dello scorso anno, Pavel ha voluto ribadire che “sono pronto a restituire i valori di verità, dignità e rispetto alla nostra Repubblica attraverso il mio servizio”, sostenendo il corso europeista e filo-atlantico impresso dal premier Petr Fiala e ispirandosi all’esperienza del primo presidente della Repubblica Ceca post-comunista, Václav Havel. Dopo la vittoria al ballottaggio contro Babiš con il 58,3 per cento delle preferenze, Pavel potrà far dimenticare le posizioni filo-russe e filo-cinesi dell’ex-presidente Zeman, stringendo i rapporti con Taiwan e con l’Ucraina (in primavera dovrebbe far visita al presidente Volodymyr Zelensky a Kiev). “Un’Europa unita – che difenda la democrazia, lo Stato di diritto e sostenga l’Ucraina contro l’aggressione illegale – è l’unica strada da percorrere”, è il saluto della presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola: “La Repubblica Ceca ha tutte le carte in regola per continuare a essere un leader in Europa”.
Dal Castello di Praga il nuovo leader ceco dovrebbe anche spingere sulla strada del Green Deal Europeo – “anche se c’è una guerra in corso, la drammatica situazione ambientale non è scomparsa”, ha dichiarato in campagna elettorale – e sullo studio della fattibilità dell’adozione dell’euro per l’economia nazionale. “Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto per la Repubblica Ceca e l’Ue”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, puntualizzando l’aspetto principale di svolta per la presidenza del Paese sotto la guida di Pavel: “La tua esperienza sarà fondamentale per sostenere ulteriormente l’Ucraina️”.
https://twitter.com/vonderleyen/status/1619354431585419266?s=20&t=pyCAUPQbNs4CRiUzOrGgoQ
Chi è il nuovo presidente della Repubblica Ceca
Nato il primo novembre 1961 a Planá, Pavel si è formato dal ginnasio all’università in accademie militari e tra il 1985 e il 1989 (fino alla Rivoluzione di Velluto) è stato iscritto al Partito Comunista Cecoslovacco. Dopo gli studi al Royal College of Defence Studies di Londra e la laurea al King’s College ha lavorato nel servizio di intelligence militare e nello Stato Maggiore delle Forze Armate ceche. La prima operazione sul campo di quello che oggi è il presidente della Repubblica Ceca è stata alla guida delle truppe cecoslovacche della Forza di Protezione delle Nazioni Unite (Unprofor) in Bosnia ed Erzegovina durante la guerra tra il 1992 e il 1995, distinguendosi per l’evacuazione di un contingente francese dalla base di Karin (Croazia) nel 1993 dall’assedio di paramilitari serbi e croati che combattevano nella parallela guerra in Croazia.
Al termine della guerra ha rappresentato il Paese – che nel frattempo si è scisso tra Repubblica Ceca e Slovacchia – a livello diplomatico-militare in Belgio, Paesi Bassi e Stati Uniti. Tra il 2007 e il 2009 è stato rappresentante militare di Praga presso l’Unione Europea e nel 2012 è stato promosso Capo di Stato Maggiore delle forze ceche. Nel luglio del 2014 è stato nominato capo del Comitato militare della Nato, il cui mandato è iniziato nel 2015: sotto la sua guida è stato ristabilito il dialogo con la Federazione Russa – dopo la momentanea interruzione causata dall’annessione illegale della Crimea l’anno precedente – anche se Pavel ha sempre bollato il Cremlino come una “grave minaccia”.
Al termine del suo mandato nel 2018 è stato scelto ufficiosamente dal Partito Democratico Civico (di cui il premier Fiala è presidente), dall’Unione Cristiana e Democratica – Partito Popolare Cecoslovacco, dai conservatori di Tradizione Responsabilità Prosperità 09, dal Partito Pirata Ceco e dai centristi di Sindaci e Indipendente come candidato comune alle elezioni presidenziali del gennaio 2023. L’intenzione di correre per sostituire il presidente filo-russo Zeman è stata ufficializzata nel giugno dello scorso anno, con la campagna elettorale lanciata a settembre e incentrata su una piattaforma politica europeista, filo-atlantica e anti-populista. Al primo turno del 13-14 gennaio ha ricevuto il 35,4 per cento dei voti, piazzandosi al primo posto davanti all’ex-premier Babiš (34,9), mentre al secondo turno è stata netta la vittoria dell’ex-generale della Nato.