Bruxelles – Risposta europea al piano Usa di sussidi verdi e approccio comune al dossier migrazioni. Saranno soprattutto due i temi a tenere banco al prossimo Consiglio europeo straordinario che si terrà a Bruxelles il 9 e 10 febbraio. Il primo Summit Ue dell’anno che ha portato oggi (30 gennaio) il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a Roma per incontrare la premier Giorgia Meloni, nel suo tradizionale tour telefonico e in persona alle Capitali in vista di un Summit Ue.
Una visita in preparazione al Consiglio europeo della prossima settimana, che vedrà i capi di stato e governo impegnati su due fronti su cui per ora è difficile immaginare discussioni semplici. A partire dalla risposta che l’Unione europea sta cercando di dare al piano di sussidi green degli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act da quasi 370 miliardi di euro, che secondo Bruxelles rischia di mettere a rischio la competitività delle industrie europee. I temi al vaglio sono diversi, la Commissione europea pubblicherà mercoledì primo febbraio una comunicazione sui primi dettagli del suo Piano industriale per il Green Deal, che vedrà da un lato un allentamento delle norme sugli aiuti di stato e, dall’altro, una proposta per aumentare a medio termine i finanziamenti dell’Ue attraverso un Fondo sovrano, potenziando come soluzione ponte finanziariamente ‘RepowerEu’, il piano pubblicato a maggio per l’indipendenza dai combustibili fossili russi.
Grazie cara @GiorgiaMeloni for the frank, sincere and direct cooperation.
When Italy is doing well, this is good for the EU, and when the EU is doing well, this is good for Italy. pic.twitter.com/CeSfdhx96I
— Charles Michel (@CharlesMichel) January 30, 2023
Meloni ha riferito che per l’Italia serve “cautela sul sul rilassamento delle regole sugli aiuti di Stato, perché l’obiettivo deve essere quello di sostenere le imprese, ma non deve rischiare di indebolire il mercato unico”, ha detto in conferenza stampa al fianco di Michel. L’allentamento delle regole sugli aiuti di stato rischia di creare una frattura tra i Paesi che hanno spazio fiscale per approvare gli aiuti di stato, e quelli come l’Italia che non lo hanno. Le stime della Commissione europea parlano di almeno 672 miliardi di euro di aiuti di Stato approvati nel quadro del regime temporaneo di crisi durante la guerra di Russia in Ucraina, ma di questi più di due terzi delle risorse sono stati notificati all’Ue da soli due Stati membri: da Germania (53 per cento) e Francia (24 per cento), seguiti con un netto distacco dall’Italia con oltre il 7 per cento.
Per questo, anche l’Italia a detta di Meloni, sostiene la necessità di dare vita a strumenti finanziari come un Fondo Sovrano europeo: per sostenere gli investimenti, per proteggere la sovranità economica, industriale, tecnologica del nostro continente”. Ben consapevole che è una materia sulla quale non sarà facile accordarsi subito, a 27, “su un obiettivo così ambizioso. Ma per noi è importante che si vada verso quella direzione e che si dica che si intenda andare verso quella direzione”, ha chiarito Meloni.
Nel prossimo Consiglio europeo si discuterà di “sfide cruciali” che potrebbero segnare il futuro dell’Unione europea “per i prossimi dieci anni”, ha sintetizzato anche Michel, al termine del loro incontro a Palazzo Chigi. Il capo del Consiglio europeo condivide l’idea che per un fondo sovrano servirà tempo, ma servirà “ad aiutare settori fondamentali per il mercato interno”, ha proseguito il presidente del Consiglio europeo. Secondo Michel, l’Ue per garantire la propria competitività “ha una carta vincente ed è il mercato unico”.
L’altro tema caldo, motivo principale per cui il Vertice straordinario è stato convocato, è quello della gestione comuni dei flussi migratori, visto anche il sostanziale stallo al Consiglio sul patto per l’immigrazione e l’asilo presentato dalla Commissione a settembre 2020. “Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un aumento significativo, non solo in Italia ma in tutta l’Europa, di movimenti irregolari di migranti. Abbiamo avuto una buona discussione con le delegazioni e la premier oggi che ci permette di individuare i soggetti da trattare la prossima settimana al Consiglio europeo”, ha assicurato Michel. “Dobbiamo impegnarci per sostenere la difesa e la protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea e le frontiere esterne dell’Italia nel Mediterraneo sono frontiere esterne dell’Unione europea”, ha spiegato. Centrale nel confronto tra i leader dovrà essere garantire solidarietà “tra gli Stati membri su un dossier come le migrazioni”, che spesso porta a dibattiti difficili.
Per Meloni il tema è che l’Europa “può e deve immaginare soluzioni strutturali alla sfida migratoria partendo dalla difesa dei confini esterni, che ci sia consapevolezza del fatto che l’Italia non può chiaramente governare da sola questa materia, non può affrontare da sola questa materia che oggi” per la premier è anche un problema di sicurezza. La sfida per l’Italia è quella di rafforzare la cooperazione “con i Paesi di origine, con i Paesi di transito dei flussi migratori”, in particolare l’impegno “verso l’Africa dovrebbe essere un impegno di tutta l’Europa, e su questo anche mi pare che ci siano importanti punti di contatto, così come crediamo che si debba e si possa migliorare l’azione europea in tema di rimpatri”. Segnali chiari e concreti ai cittadini” sono quelli che la premier dice che cercherà di strappare al prossimo vertice europeo, il secondo per lei alla guida dell’Italia.