Bruxelles – Si è chiuso oggi (26 gennaio) il secondo giro di audizioni alla Camera di Consiglio di Bruxelles per riesaminare le custodie cautelari per i quattro indagati del Qatargate, in stato d’arresto dallo scorso 10 dicembre. Dopo la conferma delle detenzione preventiva per Eva Kaili e Pier Antonio Panzeri – quest’ultimo ha rinunciato al ricorso e ha stretto un accordo di collaborazione con la procura federale -, è arrivato il turno del braccio destro di Panzeri e compagno di Kaili, Francesco Giorgi, e del presidente dell’ong No Peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca: anche per loro il giudice istruttore Michel Claise ha rifiutato la richiesta di misure detentive alternative e rimarranno quindi in carcere almeno un altro mese.
Le udienze sono durate più di tre ore: i legali dei due indagati, uscendo in fretta e furia dall’aula, non hanno rilasciato commenti. “Non possiamo fare commenti. La situazione è complicata”, ha glissato Barbara Huylebroek, legale di Niccolò Figà-Talamanca, mentre l’avvocato di Francesco Giorgi, Pierre Monville, che si è lasciato scappare solo un “siamo sempre ottimisti”, è stato per ora smentito dalla decisione della Camera di Consiglio. Giorgi e Figà-Talamanca saranno convocati il mese prossimo per una terza riesamina della loro detenzione preventiva.
Intanto questa mattina sono tornate in libertà Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato al centro dello scandalo, Pier Antonio Panzeri: la Corte d’appello di Brescia ha revocato gli arresti domiciliari per le due donne, in seguito alla rinuncia della magistratura belga di procedere alla loro consegna. Il passo indietro sulla detenzione delle familiari di Panzeri fa parte dell’accordo che quest’ultimo ha stretto con il giudice istruttore belga Michel Claise: l’ex eurodeputato sta collaborando con le indagini, in cambio di una pena limitata a un anno di reclusione, di un’ammenda di 80 mila euro e della confisca di circa 1 milione di euro. Che equivale alla somma trovata dagli inquirenti nelle sue abitazioni di Bruxelles e di Calusco d’Adda.
Il “pentimento” di Panzeri avrebbe di fatto reso inutili le indagini sulla moglie e la figlia, che hanno tuttavia fatto sapere, attraverso il loro legale Angelo De Riso, che si recheranno non appena possibile in Belgio per essere ascoltate dalla Procura.