Bruxelles – Una nuova strategia operativa sui rimpatri, che si affianca ai due Piani d’azione per le rotte migratorie, in attesa della chiusura dei negoziati tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue sul Patto migrazione e asilo. La commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha anticipato questa mattina (19 gennaio) che il gabinetto von der Leyen presenterà la prossima settimana una “strategia operativa per i rimpatri” di persone migranti, ovvero di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale sul territorio dell’Unione Europea al termine dell’analisi della domanda nei Paesi membri.
“È un’area su cui faremo un passo in avanti, dobbiamo fare in modo che questi rimpatri avvengano nella pratica”, ha spiegato la commissaria Johansson nel punto con la stampa insieme al nuovo direttore di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera), Hans Leijtens. Puntualizzando che si tratta di “un approccio Team Europe”, la titolare per gli Affari interni ha puntualizzato che “non vogliamo lasciare i Paesi membri da soli nella gestione e dobbiamo parlare con gli Stati terzi interessati“. Dopo la nomina della coordinatrice per i rimpatri, Mari Juritsch, per la Commissione Ue è cruciale affrontare il tema della gestione dei “cittadini dei Paesi terzi che probabilmente non hanno diritto alla protezione internazionale”, considerato “l’aumento degli ingressi irregolari” sul territorio comunitario.
La strategia sui rimpatri si va ad affiancare ai due Piani d’azione presentati tra fine novembre e inizio dicembre per la gestione delle due rotte migratorie più calde: quella del Mediterraneo centrale e quella dei Balcani Occidentali. “Dobbiamo prendere misure decise”, ha ribadito Johansson, parlando del lavoro di coordinazione tra Bruxelles e le 27 capitali, in attesa però della chiave di volta nella politica comune su questo tema: “Il modo migliore e più efficace è l’adozione del Patto migrazione e asilo” presentato dalla Commissione Ue nel settembre del 2020. Su questo punto la commissaria Johansson ha messo in chiaro di aspettarsi “progressi durante la presidenza svedese” del Consiglio dell’Ue (che si concluderà il 30 giugno), in particolare sul Regolamento Eurodac modificato e sul Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione.
Rimpatri e dossier migrazione
A più riprese la nuova presidenza di turno del Consiglio dell’Ue ha confermato di essere pronta a far avanzare la tabella di marcia siglata con il Parlamento Europeo per arrivare alla chiusura di tutti i file entro la primavera del 2024. A pochi giorni dall’inizio del semestre di turno, il capo della rappresentanza svedese presso l’Ue, Lars Danielsson, ha precisato che il Patto “non sarà completato durante la presidenza svedese” – considerato il fatto che si tratta di un lavoro collaborativo con le prossime presidenze spagnola e belga prima della fine della legislatura – ma che comunque “faremo sicuramente avanzare il lavoro con piena forza“. Pochi giorni dopo lo stesso ambasciatore Danielsson ha spiegato alla stampa europea che Stoccolma cercherà di compiere significativi passi avanti sulla dimensione esterna del Patto – rimpatri compresi – ma che andrà più cauta su quella interna: “Non prenderemo nessuna iniziativa sulle questione dei ricollocamenti“.
In questo solco si inseriscono le aspettative della commissaria Johansson sui progressi per i negoziati sui due dossier. Il Regolamento Eurodac modificato riguarda la banca dati biometrica dell’Ue contenente le impronte digitali dei richiedenti asilo e dei cittadini di Paesi terzi, mentre il Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione mira a sostituire l’attuale regolamento Dublino e rilanciare la riforma del sistema europeo comune di asilo. Si tratta di due delle nove proposte del Patto migrazione e asilo del 2020, nuove o ereditate dai negoziati conclusi sulle proposte del 2016 dello stesso esecutivo comunitario: oltre a quelli citati, compaiono anche il Regolamento per le crisi e le cause di forza maggiore, il Regolamento sullo screening, il Regolamento sulle qualifiche, il Regolamento modificato sulle procedure di asilo, la Direttiva sui rimpatri, il Regolamento sul nuovo quadro di reinsediamento e la direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. Per l’Eurocamera è prioritario l’avanzamento su accoglienza, reinsediamento e qualifiche, mentre la contropartita per il Consiglio è rappresentata da più concessioni su impronte digitali e screening.