Bruxelles – Un Green Deal per l’industria europea a zero emissioni. Prende forma sempre più dettagliata la “forte risposta” che l’Unione europea vuole dare al massiccio piano da 370 miliardi di dollari di sussidi verdi varato dagli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act (Act), che Bruxelles teme possa svantaggiare la competitività delle imprese europee. “Abbiamo un Piano industriale per il Green Deal” per rendere l’Europa “la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale sulla strada dello zero netto”, ha annunciato oggi (17 gennaio) la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla 53esima edizione del World Economic Forum, in corso questa settimana a Davos, in Svizzera. E spiega che il Piano industriale per il Green Deal coprirà quattro pilastri chiave: il contesto normativo, il finanziamento, le competenze e il commercio.
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The new Net-Zero Industry Act will identify clear goals for European clean tech by 2030.
We will simplify processes for new production sites and Important Projects of Common European Interest.
For the medium term, we will prepare a European Sovereignty Fund. pic.twitter.com/eovZMQCjEn
— European Commission (@EU_Commission) January 17, 2023
Partendo dal piano normativo e per far crescere i settori cruciali per raggiungere le emissioni zero (dall’eolico alle pompe di calore), la presidente della Commissione Ue ha annunciato l’intenzione di proporre un nuovo “NetZero Industry Act”, una Legge dell’Ue per l’industria a emissioni zero sulla scia del Chips Act varato da Bruxelles per i semiconduttori. Pochi ancora i dettagli, la leader tedesca ha solo precisato che l’obiettivo della Legge per l’industria a emissioni zero sarà di individuare obiettivi chiari per la tecnologia pulita europea entro il 2030 e concentrare gli investimenti su progetti strategici lungo l’intera filiera. “Vedremo in particolare come semplificare e velocizzare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione clean-tech”, ha dichiarato dal palco di Davos. Nell’idea della Commissione il piano per l’industria pulita sarà complementare alla futura Legge sulle materie prime critiche essenziali per la transizione green (Critical Raw Materials Act), come il litio, che da programma dovrebbe essere presentata dall’esecutivo comunitario l’8 marzo. L’obiettivo è quello di creare un’industria a prova di dipendenze: oggi Bruxelles fa affidamento per il 98 per cento dalle materie prime in arrivo dalla Cina.
Industria a zero emissioni è l’impegno, bisognerà capire con quali risorse Bruxelles ci arriverà. Il secondo pilastro menzionato da von der Leyen è quello finanziario e, come già anticipato nelle scorse settimane, da un lato la Commissione proporrà già questo mese un adeguamento delle norme Ue sugli aiuti di stato per renderli più semplici e veloci; dall’altro, l’unica soluzione per evitare la frammentazione del mercato unico (dal momento che non tutti gli Stati membri hanno lo spazio fiscale per gli aiuti pubblici, di cui la gran parte sono notificati da Germania e Francia) è quella di aumentare i finanziamenti Ue. “Per il medio termine prepareremo un Fondo sovrano europeo”, sfruttando la revisione di medio-termine del bilancio comunitario che ci sarà a giugno”, ha confermato la presidente.
L’idea di un Fondo di sovranità europeo circola a Bruxelles da tempo e sarà al centro del Vertice Ue straordinario del 9 e 10 febbraio, insieme a tutta la risposta dell’Unione europea all’IRA. Aspettare la revisione intermedia di bilancio dovrebbe consentire alla Commissione di individuare quali risorse di bilancio è possibile redistribuire allo scopo, anche se i capi di stato e governo all’ultimo Consiglio europeo del 15 dicembre hanno fatto pressioni sulla Commissione per presentare prima possibile una proposta. “Fornirà una soluzione strutturale per aumentare le risorse disponibili per la ricerca a monte, l’innovazione e i progetti industriali strategici fondamentali per raggiungere lo zero netto”, ha assicurato von der Leyen.
Ma dal momento che il Fondo richiederà tempo, la presidente conferma ancora di star esaminando “una soluzione ponte” per i finanziamenti, che potrebbe riguardare il potenziamento finanziario di ‘REPowerEu’, il piano varato a maggio per affrancare l’Ue dai combustibili fossili russi. Terzo e quarto pilastro riguardano, rispettivamente, lo sviluppo delle competenze necessarie per realizzare la transizione e facilitare il commercio aperto ed equo. Su quest’ultimo punto, von der Leyen si scaglia in particolare contro la Cina che “sovvenziona pesantemente la sua industria e limita l’accesso al suo mercato per le aziende dell’UE”. Dove il commercio non è equo, ha chiosato von der Leyen, la risposta dell’Ue sarà dura.