Bruxelles – La Commissione europea sprona l’Eurocamera e rilancia sulla lotta alla corruzione. Ylva Johansson, Commissaria Ue per gli Affari Interni, ha definito “un buon inizio” le misure annunciate da Roberta Metsola la settimana scorsa e ha presentato all’emiciclo di Strasburgo le mosse dell’esecutivo comunitario per archiviare il capitolo Qatargate e assicurare l’integrità e la trasparenza delle istituzioni europee.
L’istituzione di un organismo etico indipendente, comune a Parlamento, Consiglio e Commissione Ue, è “la pietra miliare nella promozione di una cultura basata sulla trasparenza”: Johansson ha garantito agli eurodeputati che la vicepresidente dell’esecutivo Ue, Vera Jourova, “è in contatto costante con le altre istituzioni europee ed è pronta a fare la propria proposta“. La Commissione è determinata a guidare il processo di riforma in seno all’Ue, anche perché l’accordo interistituzionale sul registro per la trasparenza firmato due anni fa in modo congiunto, è stato applicato in modo rigoroso soprattutto dall’esecutivo: “Come tutti i miei colleghi posso incontrare imprese e organizzazioni solo se sono presenti sul registro per la trasparenza”, ha sottolineato Johansson. E poi, una legge che trasformi in reato perseguibile ogni forma di corruzione, con definizioni unificate e sanzioni armonizzate in tutto il territorio europeo. “Stiamo dando forma alla proposta mentre parliamo- ha dichiarato la Commissaria-, proporrò presto la nuova legge”.
Il gabinetto von der Leyen è al lavoro anche su un terzo pacchetto di norme, con l’obiettivo di smascherare più facilmente future ingerenze straniere e finanziamenti illeciti da parte di Paesi terzi: “La difesa delle nostre democrazie non può aspettare”, ha tuonato Johansson, ottimista perché la Commissione presenti a breve il pacchetto “Difesa della democrazia”. La Commissaria ha infine ricordato l’importanza della direttiva Ue sulla protezione degli informatori, “essenziali per il funzionamento della nostra democrazia”.
Nel corso del dibattito al Parlamento di Strasburgo ha preso parola anche il capodelegazione del Partito Democratico, Brando Benifei, che ha voluto ribadire la “piena collaborazione con la magistratura per fare chiarezza sullo scandalo”, dimostrata “anche sulle scelte per la revoca dell’immunità parlamentare” ai membri del gruppo socialista Andrea Cozzolino e Marc Tarabella. Per Benifei le misure proposte finora dalla presidente dell’Eurocamera “non sono abbastanza ambiziose”: d’accordo con la commissaria Johansson, l’eurodeputato ha insistito affinché si introducano regole nuove e più chiare, tra cui “maggiori verifiche sulle attività di lobbing potenziando il registro sulla trasparenza e l’istituzione di un organismo etico indipendente entro la fine della legislatura”. Inoltre, secondo Benifei c’è bisogno di “vietare il fenomeno delle porti girevoli (eurodeputati che a fine mandato svolgono attività economiche e di lobbing negli stessi ambiti) per almeno 5 anni”.