Bruxelles – “Se si arriverà ad una nuova recessione al momento non è chiaro, la potremmo anche evitare“. L’Unione europea guarda con rinnovato ottimismo alla congiuntura economica, non certo favorevole, e che aveva già offerto segnali tutt’altro che incoraggianti. Le previsioni economiche d’autunno, a novembre, hanno evidenziato segnali di frenata, soprattutto a causa delle aspettative negative della Germania. Anche la Bce ha apertamente riconosciuto il rischio di una nuova recessione quale risultato degli effetti del conflitto in corso in Ucraina, ma adesso, ragionano a Bruxelles, i segnali sembrano esserci. Certo, fonti Ue non escludono il rischio, ma ad ogni modo “se ci fosse, potrebbe essere lieve“.
L’Ue e la sua zona euro hanno dalla loro parte un mercato del lavoro che “continua ad essere robusto”, ammettono le stesse fonti. L’inflazione “certamente rimane elevata”, ma allo stesso tempo si è registrato da due mesi a questa parte una flessione. Tra ottobre e novembre l’inflazione nell’eurozona si è ridotta di mezzo punto, scendendo dal 10,6 per cento al 10,1 per cento. Tra novembre e dicembre Eurostat la prevede in ulteriore calo di altri 0,9 punti percentuali, dal 10,1 per cento al 9,2 per cento.
C’è dunque un cambio di scenari. Certo, si è ancora lontani dal livello di riferimento del 2 per cento, considerato ottimale per consumi ed economia reale, ma questi sviluppi non possono essere ignorati. Così come non si ignora la dinamica discendente dei prezzi dell’energia, componente principale dell’aumento generale del costo della vita. “Si sono ridotti rispetto all’estate”, sottolineano a Bruxelles. Merito anche delle decisioni comuni quale il tetto al prezzo del gas. “Ma è ancora troppo presto per cantare vittoria”, avvertono le fonti. “I prezzi restano comunque elevati, e la situazione può cambiare rapidamente”.
E’ in questo contesto che lunedì (16 gennaio) si riunisce l’Eurogruppo, chiamato a fare il punto della situazione. I ministri economici dei 20 Paesi Ue con la moneta unica sono d’accordo nel ritenere che l’attività economica comunque conoscerà una frenata, “per tornare alla crescita verso la fine dell’anno“, scenario globale permettendo.
La riunione vedrà anche la partecipazione dei rappresentanti del Fondo monetario internazionale. Da questi si attende il richiamo alla prudenza, ma soprattutto l’invito a fare le riforme, a partire dall’attuazione dei piani per la ripresa. Passaggi chiave per mantenere l’eurozona in sicurezza. Dal Fondo, confidano gli addetti ai lavori, “ci aspettiamo l’invito a politiche attente per evitare la recessione”.