Bruxelles – Prosegue il domino di dimissioni innescate dalle indiscrezioni relative al Qatargate: ieri sera (11 gennaio) l’eurodeputata belga in forza ai Socialisti e Democratici (S&D), Maria Arena, ha lasciato il suo ruolo di presidente della sottocommissione parlamentare per i Diritti Umani (Droi), a causa delle pressioni che subisce, seppur non indagata, ha spiegato, nel quadro dell’inchiesta sulle tangenti che sta mettendo sottosopra l’Eurocamera. Della sottocommissione, sempre più al centro dello scandalo, fa parte anche l’italiano Andrea Cozzolino, oggetto di una procedura d’urgenza per la revoca dell’immunità parlamentare.
Arena, che nel 2019 aveva sostituito Pier Antonio Panzeri, l’indiziato numero uno della presunta “cricca”, alla presidenza della sottocommissione Droi, ha motivato le sue dimissioni in una lettera alla capogruppo S&D, la spagnola Iratxe Garcia-Perez, e alla numero uno del Parlamento Ue, Roberta Metsola. “Dico a gran voce che non sono coinvolta in alcun modo in questa vicenda, ma, alla luce degli attacchi politici e mediatici delle ultime settimane, che danneggiano non solo la mia immagine, ma anche tutto il lavoro svolto nella sottocommissione, ho deciso di dimettermi da presidente”, avrebbe scritto l’eurodeputata belga nella missiva.
Pur non figurando nel registro degli indagati della procura belga, negli ultimi giorni Maria Arena è stata colpita da una crescente pressione mediatica, dopo che il quotidiano Politico ha rivelato che la presidente della sottocommissione non avrebbe correttamente dichiarato voli e alloggi gratuiti ricevuti dal governo di Doha durante una visita in Qatar nel maggio 2022. Sempre secondo la testata, Arena avrebbe ammesso la negligenza, accusando però il proprio staff di non aver compilato i documenti come richiesto dalle regole dell’Eurocamera. In una dichiarazione inviata all’agenzia Belga, come riportano diversi media belgi, l’eurodeputata belga ha voluto sottolineare che “le autorità belghe non hanno chiesto la revoca dell’immunità, né il mio ufficio o la mia casa sono stati perquisiti e non sono stata interrogata in alcun modo dai tribunali”.
Proseguono parallelamente gli interrogatori agli accusati: ieri gli inquirenti hanno convocato Alexandros Kaili, il padre dell’ex vicepresidente Eva Kaili che il 10 dicembre scorso era stato fermato con una valigia piena di contanti, e la stessa eurodeputata greca, detenuta da un mese nel carcere di Haren a Bruxelles. Intanto, il secondo giro di udienze alla Camera di Consiglio della capitale belga inizierà la settimana prossima: il primo sulla lista del giudice istruttore Michel Claise sarebbe dovuto essere il compagno di Kaili, Francesco Giorgi, ma la Camera di Consiglio ha deciso di rimandare l’udienza al prossimo 26 gennaio. Antonio Panzeri comparirà al Palazzo di Giustizia martedì 17 gennaio, l’ex vicepresidente Eva Kaili giovedì 19 gennaio: per tutti loro la Camera di Consiglio è chiamata a pronunciarsi nuovamente sullo stato della custodia cautelare. Perché i legali di Kaili e Giorgi, che hanno una figlia di 2 anni che dall’inizio dello scandalo vive con il nonno, chiedono che almeno uno dei due genitori venga rilasciato con la modalità del braccialetto elettronico.