Bruxelles – Standard più stringenti per l’acqua potabile, maggiore accesso per i gruppi vulnerabili e interventi per ridurre i rifiuti di plastica. Sono in vigore su tutto il territorio comunitario le nuove norme previste dalla direttiva proposta dalla Commissione Ue nel 2018 e applicabili dal 12 gennaio 2021, che puntano a garantire un miglioramento della qualità attraverso limiti più severi per le sostanze inquinanti e ad agevolare il consumo dell’acqua dal rubinetto rispetto a quella in bottiglia.
I Ventisette hanno avuto un anno di tempo per recepire nella propria legislazione nazionale le nuove norme fissate dall’accordo del 2019 tra Parlamento e Consiglio dell’Ue sull’acqua potabile e da oggi (12 gennaio) su tutto il suolo comunitario saranno applicate le stesse regole sul piano della protezione dei cittadini da sostanze inquinanti e microplastiche. Sono stati proprio i cittadini dei 27 Paesi membri Ue a richiedere una revisione della direttiva attraverso l’iniziativa Right2Water, ribaltando il concetto di controllo end-of-pipe (alla fine della conduttura) per attuare un approccio basato sul rischio e sulla misure di prevenzione all’origine. È per questo motivo che sono stati rivisti al ribasso i limiti per le sostanze contaminanti come bisfenolo A, clorato e clorito, acidi aloacetici (HAAs), microcistine-LR, PFAS e uranio, anche in modo più severo rispetto alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)
Con l’adozione della direttiva rivista nel 2020 è stato conferito all’Agenzia europea per le sostanze chimiche un ruolo-chiave per garantire che da tubature e rubinetti passino solo sostanze sicure. Da qui può partire il vincolo a garantire la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici e l’incoraggiamento ad attività private (ristoranti, mense e servizi di catering) a permettere ai clienti di scegliere acqua dal rubinetto gratuitamente o a basso costo. Al pubblico sarà garantito un accesso facile e intuitivo – anche online – alle informazioni sulla qualità e sulla fornitura di acqua potabile nella propria zona: “Da oggi gli europei possono essere certi che la qualità dell’acqua che bevono è ai massimi livelli”, assicura il commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius: “Spero che con una maggiore fiducia nell’acqua del rubinetto i cittadini possano anche contribuire a ridurre i rifiuti di plastica dell’acqua in bottiglia e i rifiuti marini”.
A questo proposito, per Bruxelles è cruciale non solo l’aspetto ambientale ma anche quello economico per quanto riguarda il miglioramento della qualità dell’acqua potabile dal rubinetto. Secondo le stime dell’esecutivo comunitario la riduzione del consumo di acqua in bottiglia può aiutare le famiglie in Europa a risparmiare più di 600 milioni di euro all’anno. Ma la questione dell’accesso universale all’acqua potabile va di pari passo con la disponibilità e la lotta agli sprechi. Ecco perché la direttiva sull’acqua potabile rivista impone agli Stati membri di migliorare l’accesso in particolare per i gruppi vulnerabili – rifugiati, comunità nomadi, senzatetto – affrontando il problema della perdita di acqua durante la distribuzione, che si attesta al 23 per cento di tutta quella trattata a livello comunitario.